Carletto Romeo
Windsurf School O’Brady
Giornata piena per Mastro O’Brady che stavolta opta per una spiaggia a Nord.
Posto tranquillo dove “entrare” e “uscire” in pace senza il turista “faidate”, il bagnino brontolone o l’indigeno autoctono “attaccabrighe”.
Vento previsto era Nord, Nord/Est e cosi e’ stato: debole con una media di 8 km orari (apro parentesi per sottolineare come continuiamo a usare il metro dei km orari per maggiore comprensione da parte dell’utente medio, il termine tecnico ci sarebbe ed è quello dei “nodi”, ma non vorremmo creare confusione e costringere tutti a fare le conversioni al volo e senza calcolatrice!). Un nodo (knot) uguale 1.852 km orari.
Oggi tanta “bolina” (andatura per “risalire” il vento) e tante manovre a 360 gradi con spettatrici attente 2 allieve provenienti da Cosenza: Myriam e Michela, 24 anni in 2, che ad un tratto hanno chiesto al rispettivo genitore (o chi ne fa le veci) cosa fosse quella cosa nera e lunga? Una biscia di mare forse?
“No tranquille ragazze” le rassicura il nostro Mastro, “e’ la “scotta” o cima di recupero”. Per il principiante è il primo passo e se vuoi il primo test da superare, nel gestire la vela o per meglio dire il “rig” (altra parolaccia tecnica che racchiude tutto il complesso composto da vela, albero e boma). Coi passaggi semplici ma da seguire precisamente come tecnica di base vuole, il rig dall’acqua va tirato su in posizione “al vento” con un gioco di mani, piedi e gambe.
Le mani devono prender confidenza con la scotta procedendo pian piano una dopo l’altra; i piedi devono gestire la tavola, “sentirla” e indirizzarla per mantenere la perpendicolarità dell’albero, i classici 90° rispetto alla tavola; per i piedi valgono le posizioni dalla UNO alla TRE che spiegheremo in una prossima lezione e serve molto la gestione dei pesi su ognuno di essi; per le gambe, oltre alla loro indipendenza proprio per i pesi di cui sopra, fondamentale è la loro piccola flessione, pochi gradi bastano piegando le ginocchia. Bisogna in definitiva evitare di tenere le gambe tese e di caricare in maniera errata e stressante la schiena.
Per oggi può bastare cosi’.
Buon rientro a casa alle future surfiste.
Appuntamento alla prossima lezione con il nostro Mastro e…
BUON VENTO a tutti…