Un divano a Tunisi

Recensione del film "Un Divano a Tunisi" della regista Manele Labidi Labbé, commedia terapeutica con Freud "musulmano".

Un divano a Tunisi


Selma è una giovane psicanalista tunisina, forte e indipendente, cresciuta a Parigi insieme al padre.

Contrariamente a quanto avrebbe fatto chiunque, visto il super affollamento di colleghi sotto la tour eiffel, decide di tornare nella sua Tunisi, determinata ad iniziare là la sua attività professionale col proprio studio privato.

In Tunisia c’è stata la Primavera araba, è vero, ma Tunisi non è mica Parigi, e forse aprire uno studio da psicanalista per una donna è ancora troppo presto.
La ragazza però è testarda e si scontrerà con un ambiente non proprio favorevole, ad iniziare già dai suoi parenti, per non parlare poi dei suoi primi clienti.

E così nel posto dove la gente si confessa per tradizione “solo” nelle vasche dell’hammam o sotto il casco del parrucchiere, ecco Selma pronta a offrire una terza via, un luogo protetto, il lettino del proprio studio, dove tastare il polso al tunisino medio, generalmente restio a concessioni sulla sua vita interiore.

Opera prima di Manele Labidi Labbé, regista di origine tunisina trapiantata a Parigi, il film è dichiaratamente ispirato alla nostra commedia all’italiana, con una protagonista carismatica come Selma, interpretata da Golshifteh Farahani, attrice iraniana bandita dal 2008 dal suo paese a causa della sua partecipazione al film “Nessuna verità” di Ridley Scott.

Commedia esilarante ma dai significati nascosti o neanche tanto:
La permanenza dei legami nonostante il tempo e la distanza fisica.
Il vincolo esistenziale e viscerale che lega la protagonista al pari della regista al suo paese d’origine.
La valenza attribuita alla psicanalisi come forma di disinibizione e liberazione dalle morse di una società ancora in bilico tra proteste, rivolta e bisogno rinascita.

Alla fine… Tutti vogliono un posto al sole e sul lettino di Selma.
E Selma ascolta…
Ascolta i malesseri di una società combattuta tra tradizioni religiose e bisogno di parlare per rinascere.

Commedia terapeutica dunque, con un inedito “Freud”, fratello musulmano!
Film vincitore delle Giornate degli Autori al Festival di Venezia 2019,
di Manele Labidi Labbé
“Un divano a Tunisi”

Ecco il trailer ufficiale:


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Carletto Romeo
Presentatore radiofonico e televisivo, attore tv, cinema, teatro. Blogger e webmaster "autodidatta". Scrittore... da sempre! Ma non l'ha mai detto "pubblicamente" a nessuno! E... Mi raccomando! Anche tu che stai leggendo, non lo fare!

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