Carletto Romeo
“Scontri e racconti” di Gaetano Riggio
Rubrica di “rilettura” dei giornali mainstream a cura di Gaetano Riggio
Come la stampa italiana ha raccontato gli scontri tra tifosi israeliani e filo-palestinesi, in occasione della partita di calcio Ajax – Maccabi, giocata ad Amsterdam
Basta dare uno sguardo ai titoli di alcuni giornali, non importa se di destra o di sinistra, per farsene un’idea chiara e distinta.
IL FOGLIO: “Non è tifo, è caccia all’ebreo. Cosa dice il pogrom di Amsterdam.”
IL GIORNALE: “Amsterdam. È caccia all’ebreo.”
GLI STATI GENERALI: “Ad Amsterdam non c’è stato un pogrom, ma un’azione squadristica.”
Più prudente e ritroso AVVENIRE: “L’attacco ai tifosi israeliani riapre la ferita dell’antisemitismo in Europa”.
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO: “Vergognoso pogrom verso gli ebrei ad Amsterdam.”
LA REPUBBLICA: “Amsterdam. È caccia all’ebreo. ‘Un nuovo pogrom in Europa.’
IL CORRIERE DELLA SERA : “Cosa sappiamo sui tifosi israeliani aggrediti ad Amsterdam. Geert Wilders: ‘Un pogrom.’ Il premier olandese: ‘Mi vergogno per gli atti antisemiti avvenuti.’
Insomma, non puoi dare un calcio in culo a un ebreo, perché non sarai accusato di aggressione fisica a un cittadino di un altro paese (Israele), ma di antisemitismo.
Mettere le mani addosso a un ebreo, non in quanto ebreo, ma “solo in quanto” tifoso, “in quanto avversario”, “in quanto” persona ostile a qualcuno per qualsivoglia ragione, giusta o sbagliata, è diventato un tabù.
L’ebreo è diventato “un intoccabile”, “un’entità sacra e inviolabile” che suscita reazioni isteriche se subisce un’aggressione, non importa quali che siano le cause o il contesto complessivo in cui essa avviene, che possono quindi essere tranquillamente ignorati, in quanto non varrebbero come attenuanti o giustificazioni. Esecrabile è colui che mette le mani addosso all’ebreo: tutto il resto può essere ignorato!
Quello che è avvenuto in Occidente, è stata una sacralizzazione delle vittime della Shoah (fin qui, possiamo tutti essere d’accordo), che però si è estesa non solo ai discendenti, ma a tutti gli ebrei, che perciò godono di una sacralità ereditata dai loro padri, come una rendita che li rende privilegiati rispetto all’uomo comune!
Spiegazione. Sappiamo che gli scontri tra tifosi hanno sempre avuto connotazioni campanilistiche, nazionalistiche e purtroppo anche razziste!
Da questo punto di vista, nulla di nuovo sotto il Sole! Tra l’altro gli scontri di Amsterdam non hanno avuto gravi conseguenze, se paragonati a tanti altri tra tifosi, assai più gravi.
Eppure, i nostri media, mentre hanno ignorato le provocazioni e le violenze dei tifosi israeliani (e ci sono state, se ci si documenta!), hanno ottusamente classificato quelle filo-palestinesi come “pogrom”, “caccia all’ebreo”, “terrorismo islamico”, “un altro 7 ottobre”.
Se un tifoso ebreo aggredisce un tifoso filo-palestinese, è solo un facinoroso, un ultras. Se un tifoso palestinese aggredisce uno israeliano, è un sacrilego, un empio, un seguace di Hitler, con in mano il Corano da una parte, e il Mein Kampf dall’altra.
È gravissimo questo travestimento dei fatti secondo schemi precostituiti, atti a suscitare reazioni emotive estreme nell’opinione pubblica occidentale, perché riscrive e reinterpreta in modo ingannevole la realtà.
Spiegazione. Prendiamo la parola “pogrom”: è russa. Secondo il dizionario on line Treccani, designa una “violenta sollevazione popolare contro comunità ebraiche che, nella Russia zarista ma anche in altre regioni dell’Europa orientale, provocava massacri e saccheggi, spesso perpetrati con la connivenza delle autorità […]”, tra Ottocento e Novecento.
Primo punto. La stampa occidentale, con l’uso improprio del termine “pogrom”, gravemente distorsivo della realtà dei fatti, persegue tra l’altro l’obiettivo di “islamizzare” e “arabizzare” un concetto che rimanda al nostro oscuro, eppure recente passato. Ci si vuole scrollare di dosso l’eredità storica di una pratica di brutale violenza contro il diverso che è stata tipicamente cristiano – europea per scaricarla sui musulmani!
Secondo punto: il pogrom colpiva una minoranza etnica (quella degli ebrei) sparpagliata per tutta l’Europa centro – orientale in comunità inermi e indifese, in balia di un odio persecutorio e immaginario. Gli autori dei pogrom erano i forti, i prepotenti, vale a dire la maggioranza razzista ed antisemita degli europei.
Ora, se c’è un gruppo umano più sventurato dei palestinesi in giro per il mondo, fatemelo sapere! Sono loro i deboli e gli inermi, vittime semmai e non autori di pogrom, per definizione. La loro situazione oggi infatti è paradossalmente simile a quella degli ebrei in Europa, quando potevano essere massacrati senza potersi appellare a nessuna autorità terrena per ottenere giustizia.
Potremmo parlare di violenza disperata dei palestinesi, che massacrati a Gaza e Cisgiordania, ammassati nei campi profughi o tra le macerie lasciate dalle bombe, emettono ancora qualche rantolo violento, ma non di pogrom.
In aggiunta, il bilancio delle vittime di Amsterdam è di pochi feriti non gravi, già in parte dimessi. Neanche un uso iperbolico, di tipo quantitativo, del termine pogrom reggerebbe alla prova dei fatti: dire “pogrom” per riferirsi a un gran numero di morti e feriti gravi.
Ma non c’è limite all’infamia della nostra stampa: parlano di pogrom, e non sanno che i pogrom li fanno i forti per schiacciare i deboli.
Terzo punto. Preso alla lettera, quel che è accaduto è stato uno scontro tra tifosi, nel quale hanno classicamente trovato sfogo pulsioni aggressive di natura sociale e politica, come accade in tutti gli scontri tra tifosi! Non era necessario conferire all’episodio un significato speciale, scomodare un termine così tragico e pericoloso (“pogrom”).
Quarto punto. La cosa più grave, la più infame ed abominevole, è infine il fatto che gli scontri di Amsterdam sono stati dalla nostra stampa main stream completamente decontestualizzati, per presentare l’ostilità anti – israeliana come atto di antisemitismo, e non per quello è stata: una conseguenza del genocidio che i palestinesi stanno subendo da parte dell’esercito israeliano da un anno a questa parte, con la complicità dell’Europa e degli Stati Uniti, e il silenzio-assenso della stampa!
Il quarto punto è quello principale: l’enormità è l’agghiacciante silenzio dei giornalisti italiani sul tragico contesto attuale della pulizia etnica, dello sterminio di donne e bambini, prima a Gaza, ora in Libano, da parte dei soldati israeliani, del blocco degli aiuti umanitari, mirato ad annientare Hamas per mezzo dell’annientamento del suo popolo, per inedia, per malattie!
Ecco la causa degli incidenti di Amsterdam: non l’antisemitismo, ormai divenuto un passepartout, al servizio della più bieca propaganda.
Non c’è stato nessun pogrom, se non nella mente perfida dei nostri giornalisti, che hanno perso umanità, onestà e moralità: tutte qualità ridotte ai minimi termini.
Non so se si rendono conto, tra l’altro, che stanno seminando un pericoloso odio anti – arabo e anti – islamico in un’Europa in cui vivono milioni e milioni di musulmani.
Da questo punto di vista, il colmo della bestialità demente, l’ho riscontrata in un articolo di Feltri su IL GIORNALE, “Il terrore è in casa. Dobbiamo espellerlo”.
Secondo Feltri, lo scontro tra tifosi ad Amsterdam, è stato un atto di “terrorismo islamico.”
Lui parla esplicitamente di un nemico interno, di un fronte interno, costituito dai milioni di musulmani che vivono in Europa, contro i quali dobbiamo mobilitarci per espellere il terrore che ispirano. (Come?)
Nessun dubbio, nelle torbide oscurità della sua anima, che la politica estera UE di complicità con la guerra criminale di Israele, possa nuocere gravemente alle società europee.
Per lui, esiste il cristiano, che è uomo nella pienezza dei suoi attributi, e poi il musulmano, che è subumano, secondo la convinzione profonda di Netanyahu, e di quella parte della società israeliana contagiata dalla sua ideologia suprematista. O noi, o loro!
Tra l’altro, non si capisce dove viva rintanato il cristiano, in questa Europa post- cristiana, che condanna una maestra se per sbaglio fa recitare ai bambini un’Ave Maria.
Gaetano Riggio
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