Carletto Romeo
San Ferdinando tendopoli o… cosa?
San Ferdinando tendopoli o… cosa?
Situazione al “limite” nella tendopoli di San Ferdinando sulla Piana di Gioia Tauro
Incuriosito dalle notizie allarmanti giunte in questi mesi, ho voluto vedere coi miei occhi quale fosse la situazione reale nella tendopoli di San Ferdinando.
Si trova nella zona industriale di San Ferdinando, un centro nella provincia di Reggio Calabria, nel cuore della Piana di Gioia Tauro.
Nata nel 2010, subito dopo la famigerata rivolta di Rosarno, ha subito in tutti questi anni un utilizzo sempre e comunque “d’emergenza”, con picchi di presenze al suo interno, in corrispondenza della domanda di manodopera per la raccolta degli agrumi.
Una struttura pensata per 300 persone, che ha registrato in questi 11 anni numerosi momenti di tensione e purtroppo anche tante tragedie. Nel 2018 un incendio provocato da un braciere causa la morte di Suruwa Jaithe, un immigrato di 18 anni proveniente dal Gambia.
Nel 2019 lo sgombero, uno dei tanti, di circa 2.000 persone.
Sbandierata come salvezza di profughi e clandestini, di anime in fuga da conflitti, la tendopoli nel tempo si è trasformata in baraccopoli e poi ghetto… Una tragedia ed ecco lo sgombero, poi di nuovo la tendopoli, che subito va fuori controllo e riecco le baracche e… un circolo vizioso che non sembra aver fine, almeno per 11 anni è stato così!
La situazione di oggi
Per cominciare a descriverla bisogna innanzi tutto inquadrare bene le cose e sceglier bene i termini da usare: tendopoli non è più quello adatto! Baraccopoli? Nemmeno! Ghetto? Si forse! Il termine esatto potrebbe essere… DISCARICA!
In giro non vedi altro che spazzatura, cumuli qui e là di ogni genere di rifiuti a formare ovunque una… “discarica” appunto! Con queste premesse le condizioni di chi ci vive non possono che essere DISUMANE, fuori da ogni principio basilare del vivere civile.
Le tende che originariamente avrebbero dovuto fornire un surrogato di “casa”, oggi sono fatiscenti. L’energia elettrica è ASSENTE, così come lo scarico fognario.
Le persone si lavano con l’acqua fredda al di fuori delle tende. Tutti i presenti, in mancanza di riscaldamento, sono costretti a “sottrarre” energia qui e là o accendere fuochi e falò per riscaldarsi. Le temperature, già rigide della stagione invernale, arrivano di notte anche a meno due gradi centigradi, con un tasso di umidità del 100%.
Provo a informarmi sui motivi di tale grave mancanza e scopro che il Comune di San Ferdinando ha tolto l’erogazione dell’energia elettrica, in seguito al mancato pagamento di chissà quante forniture! La prefettura chiamata in causa, come unico organo preposto, ha fatto e, continua a fare, orecchie da mercante.
Sulla raccolta rifiuti, nessuno mi sa spiegare perché ad un tratto sia stata bloccata!
Ma come è possibile?
Sulle presenze effettive non vorrei sbilanciarmi ma, ad occhio, potrebbero essere oggi circa 3.000. A fronte di 300 posti all’origine, circa 10 volte tanto. Eppure ormai, chi di competenza dovrebbe conoscere le dinamiche che sono alla base di tali “movimenti”.
La raccolta degli agrumi attrae migliaia di extracomunitari, in regola o meno col permesso di soggiorno, con cadenza ciclica oramai ben nota: arrivano in massa a ottobre e vanno via a marzo. Quindi possibile che in 11 anni nessuno abbia trovato le contromisure?
Controllo del territorio.
Ho potuto verificare la presenza di circa 10 unità interforze…
Discorso a parte per i Vigili del Fuoco. Con la presenza ovunque di materiali infiammabili, ecco la frequenza giornaliera di incendi, da ciò la presenza costante dei vigili del fuoco risulta essenziale.
Altro grave problema sono le frequenti risse, singole o addirittura tra elementi di tribù rivali, dovute in molti casi al massiccio uso di alcool, quello stranamente non manca mai nonostante l’estrema povertà!
Mi chiedo in questi casi, con queste proporzioni di numeri, 10 contro 1000 o 2000, come le Forze dell’Ordine possano garantire… questo “ordine”?!
Al campo, ghetto, tendopoli, discarica (davvero non so come chiamarlo), hanno “libero accesso” sia caporali che prostitute.
I primi garantiscono un minimo di “controllo”, a patto però di scendere a compromessi e condizioni di SCHIAVITÙ (altro termine non riesco a trovare), visto il “potere” che esercitano indisturbati su tutti i presenti.
Le prostitute, tutte straniere di varia etnia, entrano ed escono a piacimento e ogni commento a situazioni igieniche o di profilassi mi sembra davvero fuori luogo.
Argomento covid? Dichiarata zona rossa già nella prima ondata, è stata un susseguirsi di momenti critici e di tragedie sfiorate tra risse e sassaiole, ad opera di chi ha trovato le norme anti-covid difficili da digerire… In una sola parola, un INFERNO!
Cosa fare?
Ha senso tenere questi presidi?
Ha senso lasciarli in questo stato?
Ha senso fare proclami politici e poi dimenticare?
Ha senso accogliere cosi?
Le ultime notizie prese dal web
Il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, assicura che la tendopoli verrà smantellata. In una recente intervista all’ANSA dice:
“Aspettiamo che la Regione Calabria metta a disposizione i fondi per varare un progetto di accoglienza e di residenza, utilizzando alcuni beni confiscati. L’idea di fondo resta quella di offrire ai migranti strutture di residenza che assicurino dignità”.
“Si tratta di individuare strutture abitative già esistenti da ripristinare e trasformare in foresterie, con la disponibilità dei servizi essenziali”.
Parole, promesse, proclami? Ma se anche fosse così, i flussi che ciclicamente vanno fuori controllo come debbono essere gestiti? Come debellare lo sfruttamento dei braccianti? Come garantire loro dignità sul lavoro e rispetto dei loro diritti?
Vorrei che rispondessero a tali quesiti, non solo prefettura e regione, ma anche coloro che siedono al nostro Parlamento e che sbandierano l’accoglienza come loro vessillo, loro biglietto da visita, loro DNA…
Facile parlare, facile creare tendopoli, facile farlo a 700 km da Roma…
Perché non venire qui giù e verificare il frutto di “politiche” senza solide fondamenta?
Una sola domanda vorrei porre a costoro: “È questa la vostra accoglienza?”
A San Ferdinando non ho trovato accoglienza…
No…
In questo momento in quel posto dimenticato da Dio, c’è una pentola a pressione, una bomba col timer già innescato, un vulcano pronto ad esplodere…
Speriamo bene!
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