Processo alla Processionaria

La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae.

Processiamo la Processionaria?

In un periodo in cui imperversa il processo mediatico sulla qualunque, eccomi oggi pronto a processare questo lepidottero appartenente alla famiglia delle Notodontidae.

Io, moralista e moralizzatore, a detta di donzelle a me care, o “ex care”, io che proprio ne farei volentieri a meno, io che a far la morale non ne ho proprio voglia…

Devo dirti però che le premesse e le notizie su questo animaletto non sono certamente lusinghiere.

Con il termine processionaria si vogliono indicare diverse specie appartenenti al genere Thaumetopoea.

La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica.

Si tratta di un insetto altamente distruttivo per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone così il ciclo vitale. Inoltre, durante lo stadio larvale, tale insetto presenta una peluria che risulta particolarmente urticante per gli animali e per l’uomo, con effetti che si manifestano dopo un giorno e possono essere pericolosissimi.

Le specie maggiormente conosciute e diffuse in Italia sono Thaumetopoea pityocampa (o processionaria del pino) e Thaumetopoea processionea (o processionaria della quercia).
In particolare, negli ultimi anni, la processionaria del pino è arrivata al grande pubblico in Italia, complice il clima eccessivamente caldo che ne ha causato una moltiplicazione e conseguente invasione in campagna e anche in città.

Ma te la senti di processare la Processionaria?

Gli esemplari giovani di processionaria del pino si presentano come larve di lunghezza compresa fra i 3 e i 4 centimetri. Entrando nella fase adulta, la processionaria subisce una metamorfosi e si trasforma in una sorta di falena, la cui vita è piuttosto breve (pochi giorni).

Gli esemplari adulti di processionaria, una volta compiuta la metamorfosi che avviene sotto terra, emergono dal terreno durante i mesi estivi (giugno – luglio).
Poco tempo dopo, le femmine cercano le piante adatte per deporre le uova, i pini o le querce, e dopo la fecondazione, depongono le uova in un unico ammasso che ne può contenere fino a 300.

Dopo un periodo di circa quattro settimane, le uova si schiudono dando origine alle larve. Fin dalla nascita, queste larve sono estremamente voraci e sono in grado di nutrirsi delle foglie della pianta su cui sono nate (nel caso dei pini, si ciberanno pertanto dei loro aghi).

Nei primi periodi, le larve si spostano di ramo in ramo alla continua ricerca di nuove foglie per il loro nutrimento, vivendo all’interno di nidi provvisori. Con l’avvicinarsi dell’autunno, verso il mese di ottobre, gli esemplari giovani di processionaria iniziano a costruire il caratteristico nido sericeo, all’interno del quale affronteranno l’inverno. Sono animali che non amano il freddo e le temperature molto basse possono anche ucciderle.

Terminati i mesi più freddi, le larve iniziano a riprendere la loro attività in primavera e, generalmente verso fine aprile – inizio maggio, scendono dall’albero alla ricerca del luogo adatto per la metamorfosi.

Una volta individuato il luogo, le larve s’interrano ad una profondità di circa 10-15 centimetri e qui trascorreranno qualche mese allo stato di crisalide. In alcuni casi, tale stato può prolungarsi addirittura per 5-7 anni. Ad ogni modo, trascorso il tempo necessario, gli esemplari adulti emergeranno dal terreno durante i mesi estivi (periodo di sfarfallamento), dando così inizio ad un nuovo ciclo.

Il nome di processionaria deriva dal fatto che, quando le larve si spostano alla ricerca di foglie di cui nutrirsi, si dispongono in fila indiana, come se stessero facendo una processione.

Ma perché questo processo alla Processionaria?

Iniziamo col dire che le larve sono ricoperte da una serie di peli urticanti che si possono staccare facilmente in seguito al contatto con l’animale, ma che possono essere facilmente staccati e trasportati anche dal vento.

Quindi oltre al danno arrecato alle piante, praticamente private del fogliame, le larve sono un pericolo per i peli urticanti che dal dorso dell’animale si separano facilmente per contatto diretto, o indirettamente trasportati semplicemente dal vento.

Questi “cattivissimi” peli urticanti aderiscono con estrema facilità a pelle, mucose e abiti provocando un’immediata reazione cutanea che si manifesta come un eritema papuloso associato a dolore, prurito e rossore e nei casi più gravi anche vescicole e/o bolle.

Analogamente, se i peli entrano in contatto con le mucose, scatenano un’immediata reazione irritativa e infiammatoria. Ad esempio, in caso di contatto oculare si manifesta una congiuntivite; se poi i peli riescono a penetrare in profondità nell’occhio, vi è il rischio d’insorgenza di una grave infiammazione che, se non trattata, può portare addirittura alla cecità.

Grane ancora peggiori nel caso in cui i peli urticanti della processionaria vengano ingeriti. Si assisterà alla comparsa di una grave infiammazione della bocca e della mucosa gastroenterica associata a aumento della salivazione, vomito e dolore addominale.

In caso di inalazione, invece, si assisterà all’irritazione e all’infiammazione delle vie respiratorie con comparsa di starnuti, mal di gola, difficoltà di deglutizione e difficoltà respiratorie dovute a broncospasmo.

Negli individui particolarmente sensibili e predisposti, il contatto con i peli della processionaria può causare lo shock anafilattico, una gravissima reazione allergica che si può manifestare con sintomi quali orticaria, edema, ipotensione, difficoltà respiratorie, vertigini e perdita di coscienza.

Nei casi più gravi, lo shock anafilattico può condurre anche alla morte.

Processo per direttissima alla Processionaria allora!

Con tutti questi pericoli per uomo e per animali, i cani sono quelli più a rischio con conseguenze molto simili a quelle descritte per l’uomo, ecco allora che questo lepidottero è aspramente combattuto ovunque, anche per legge!

E pensare che gli esemplari adulti, le uova e le crisalidi non sono per nulla pericolosi, ma purtroppo sono le larve a far danni per tutti in quantità e a finire sotto processo!
E allora cosa fare? Come combattere questi mostriciattoli pelosi in fila indiana?

Si potrebbero per esempio distruggerne i nidi, oppure utilizzare gli insetticidi biologici o usare le trappole ai feromoni o quelle meccaniche, oppure infine far ricorso all’endoterapia.

Tutti metodi però “da esperti” e non certo da neofiti e ignoranti in materia come me! Queste due ultime categorie di soggetti devono sapere che è alquanto pericoloso e dannoso affrontare la Processionaria così “a mani nude”.

Ma preciso che anche l’idea di metterle sotto ai tacchi non è mica intelligente, in quanto
si può anche peggiorare la situazione, favorendo ulteriormente il disperdersi dei peli urticanti. Questi peli possono rimanere attaccati alla suola della scarpa o agli abiti con il rischio di entrarvi in contatto in un secondo momento e con il rischio di diffonderli in casa o altrove.

Allora ecco i consigli degli esperti:

In caso di avvistamento della processione di larve o anche di un singolo esemplare di processionaria, NON prendere alcuna iniziativa, ma avvisare subito gli organi competenti (autorità comunali, forze dell’ordine, ecc.) che interverranno nella maniera più consona per risolvere il problema.

In caso di contatto con i peli urticanti di processionaria, lavare subito l’area interessata e recarsi dal medico o nel più vicino pronto soccorso.

In caso di ingestione/inalazione di peli urticanti di processionaria da parte di un cane, è necessario intervenire immediatamente lavando le aree interessate dal contatto con una soluzione di acqua e bicarbonato (indossando dei guanti in lattice), in maniera tale da allontanare la sostanza urticante dall’animale. Dopodiché portare immediatamente il cane dal veterinario.

Se si avvistano larve di processionaria NON eliminarle attraverso metodi “fai da te” dai risultati controproducenti, come lo schiacciamento o la combustione.
Incendiare o calpestare le larve o i nidi, infatti, non può in alcun modo garantire l’eliminazione dei peli.

Anzi, al contrario, i peli delle larve possono diffondersi anche se l’animale è morto, così come possono potenzialmente diffondersi nell’ambiente anche durante un’eventuale combustione.

Cara Processionaria, sei stata processata!

E visti gli atti e le suddette prove, la Processionaria è condannata!

Ma oggi in Italia si può fare un processo senza avvocato difensore? Nemmeno d’ufficio?

E poi ancora…

Chi lo ha detto che la Processionaria sia di sesso femminile?

Urticante, pelosa e divora foglie…

Naaa!


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Carletto Romeo
Presentatore radiofonico e televisivo, attore tv, cinema, teatro. Blogger e webmaster "autodidatta". Scrittore... da sempre! Ma non l'ha mai detto "pubblicamente" a nessuno! E... Mi raccomando! Anche tu che stai leggendo, non lo fare!

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