Carletto Romeo
Neuralink: Primo chip nel cervello umano
Il primo paziente a ricevere l’interfaccia uomo-macchina di Neuralink.
Dopo aver subito un grave incidente stradale che lo ha reso tetraplegico, Noland Arbaugh, è diventato la prima cavia a sperimentare la controversa interfaccia uomo-macchina dell’azienda Neuralink, proprietà di Elon Musk, come Tesla e SpaceX.
Lo studio Prime si concentra sulla dimostrazione della sicurezza e dell’utilità di un chip impiantato nel cervello chiamato Link, ed ecco il primo paziente che dice di aver sperimentato personalmente i benefici di questa tecnologia molto discussa.
Arbaugh, ex atleta di 29 anni nato in Arizona, ha descritto lo strumento come una svolta nella sua vita, che gli consente di vivere secondo i suoi ritmi senza dover dipendere dagli altri per eseguire le attività quotidiane.
Secondo la testimonianza raccolta da Arbaugh, che è rimasto paralizzato nel 2016, con l’aiuto del chip Neuralink, l’uomo ha potuto controllare il suo laptop, navigare su internet, giocare ai videogiochi e molto altro ancora, tutto attraverso un cursore controllato mentalmente.
L’uso prolungato del chip, secondo quanto dichiarato dall’uomo, ha anche portato a significativi miglioramenti nelle sue capacità di controllo del cursore, con una performance che ha superato le aspettative degli ingegneri. Anche se ci sono stati alcuni problemi iniziali legati ai chip, il team di ricerca ha risposto prontamente modificando l’algoritmo per migliorare la sensibilità ai segnali neurali e ottimizzando l’interfaccia utente.
Elon Musk stesso ha definito i primi cento giorni dell’esperienza del paziente zero come un successo straordinario, mettendo in evidenza i progressi della compagnia nel campo delle interfacce neurali.
Al momento ci si può affidare alle dichiarazioni di Musk?
E ci si può fidare delle dichiarazioni del paziente?
Neuralink non condivide i risultati delle sue sperimentazioni e non ha aperto un confronto con il resto della comunità scientifica. Una delle tante modalità oscure di lavoro che sono state contestate alla società.
E se fosse il chip a… parlare?
Dubbio, dubbio…
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