Oggi vi voglio parlare di Carlo,
amico da tanti anni, il mio caro Sòcrates.
Torniamo indietro di 40 anni o giù di lì,
quando insieme calcavamo campi e sogni.

Sabato pomeriggio, il ponte di Locri ci attendeva,
campo polveroso, incontri tra amici,
90 minuti di puro piacere,
un rito sacro, il calcio come legame.

Carlo, soprannominato Sòcrates,
non solo per la somiglianza con il brasiliano,
ma per il gioco maestoso e la statura imponente,
centrocampista puro, regista e goleador.

Quante partite, quante sfide condivise,
a volte compagni di squadra, a volte avversari,
ma sempre uniti dalla passione,
dal rispetto e dall’amicizia profonda.

Questa mattina, davanti a un caffè,
abbiamo ricordato quei giorni con piacere,
un pizzico di nostalgia per i tempi lontani,
ricordi che riscaldano il cuore.

È stato un piacere, amico mio,
passare questi pochi minuti con te,
sperando che questo piccolo ritaglio di tempo
si ripeta per i prossimi 40 anni.

Anton De Lasbàr

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