“Il Bluff dell’Aiuto Umanitario a Gaza. UE e USA fanno marketing” di Gaetano Riggio

"Il Bluff dell'Aiuto Umanitario a Gaza. UE e USA fanno marketing"

Lo Spunto Letterario
di Gaetano Riggio


“Il Bluff dell’Aiuto Umanitario a Gaza. UE e USA fanno marketing”

Quando ci si rammarica che tutto è marketing, nell’attuale società, per evitare la petizione di principio, di fare a nostra volta piccolo marketing usando semplicemente uno slogan, l’impegnativa affermazione (che “tutto è …”) deve essere in qualche modo argomentata…
Si può iniziare con il distinguere due aspetti della venalità, in quanto dimensione ormai totalitaria delle relazioni sociali.
• Tutte le relazioni umane sempre più ridotte a servizi di natura economica, in cui l’uno offre il servizio e l’altro lo riceve; il servizio offerto è merce venduta: nulla più.
• Il valore del servizio non è intrinseco, ma dipende anche dall’abilità del venditore di magnificarlo attraverso il “marketing”! In questo caso, il servizio si carica di un surplus di valore simbolico, che può culminare nella ciarlataneria vera e propria.

Per quanto riguarda il primo punto, la rivoluzione neoliberale, avvenuta dall’inizio degli anni Ottanta in avanti, ha promosso la trasformazione del valore (o dignità) dell’uomo in mero valore economico di scambio.
Il valore (o dignità!) è appunto il capitale umano che ciascuno di noi “è”, il cui valore di scambio dipende in parte dalla natura in parte dalla capacità e possibilità di valorizzarlo, di conferirgli appunto valore aggiunto, per esempio attraverso la formazione, e magari frequentando corsi di seduzione e sex appealing, eccetera.
Ciascuno interagisce nel mondo delle relazioni sociali vendendo il capitale umano che “è”: è questo uno dei capisaldi del neoliberalismo. Nessuno nasce veramente povero, ma è già capitalista in potenza, avendo già in dotazione il capitale umano che è!
Non puoi prendertela con nessuno, se non hai saputo valorizzare il tuo capitale naturale, e non riesci a trovare lavoro, cioè a venderti. E nemmeno pretendere assistenza dalla società, rivendicando (per esempio) un reddito di cittadinanza, che nell’ottica neoliberale è un vero abominio!
Qui vale il principio di colpa, rigorosamente individuale: se le cose ti vanno male è colpa tua, ideologia formidabile per disincentivare le persone a ricorrere a rivendicazioni e proteste collettive! Siamo tutti soli, ciascuno con la sua colpa, quando non ce la fa!

La società neoliberale, come è stato autorevolmente affermato, si basa sul principio di prestazione: c’è un mercato, che è la società globale nel suo insieme, nel quale ognuno ha una merce da vendere, che è il capitale umano che “è”: non ha allora altra chance che dare il massimo in relazione a quello che il mercato richiede! Come gli va, gli va: poi intervengono le “Charities”!

E così siamo giunti al “non plus ultra” del sistema neoliberale, che ci permette di passare al secondo aspetto della venalità.

Nessuno è lasciato veramente solo con la sua sofferenza e i suoi fallimenti! Anche se la colpa è irredimibile, e la società continua a funzionare secondo le sue leggi inflessibili, tuttavia la società stessa, mossa da una voce interiore, delimita degli spazi di immunità, più che sacri ameni, in cui quelle leggi sono sospese, dove appunto va in onda lo spettacolo della carità.

Si muore troppo per incidenti sul lavoro? Allora organizziamo la giornata di solidarietà per i morti per incidenti sul lavoro, con tanto di coreografia e star del mondo dello spettacolo!
I lavoratori soffrono, allora organizziamo un bel concertone a Roma, per fare vedere che la società non li dimentica, che non sono soli, che li sostiene, e solidarizza con loro!
I bambini di Gaza muoiono in guerra, allora ci commuoveremo tutti in diretta, da Assisi, dove i francescani canteranno insieme a Orietta Berti, e una suora palestinese ci racconterà delle sofferenze quotidiane dei suoi bambini, ma evitando scrupolosamente di essere divisiva, ed il rischio dell’incitamento all’odio!
Questi eventi sono il formidabile marketing con il quale la società vende il fumo negli occhi della sua affidabilità e della sua umanità ai cittadini che altrettanto simbolicamente lo comprano, spesso senza avvedersi dell’imbroglio.


Mi pare che tutto l’orrore del genocidio in corso in Palestina venga trattato dalle nostre parti in modo analogo! Da una parte Israele perpetra il massacro con la nostra indispensabile complicità operativa, secondo la fatalità di una legge di natura, dall’altra però non si può dire che noi neghiamo che ciò avvenga, anche se le immagini dell’orrore sono sapientemente dosate dal mainstream! Quanto basta per confermare il pluralismo e la libertà di informazione, che contraddistinguerebbero le società occidentali.
La nostra buona fede, e lo spirito di umanità, sarebbero poi validati anche e soprattutto dal fatto che nei limiti del possibile mandiamo aiuti (anche se la logica della guerra è un ostacolo), e vediamo pure bambini palestinesi mutilati ricoverati in qualche Centro ospedaliero di eccellenza, giunti in Italia su un elicottero della nostra Aeronautica!
Quale prova maggiore che siamo buoni, che non vogliamo la guerra, ma addirittura siamo costretti a farla, perché i cattivi sono gli altri? Miracoli del marketing …

Gaetano Riggio


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Carletto Romeo