Un accordo storico per Facebook che pagherà 725 milioni di dollari, per redimere una controversia nata grazie ad una class action mossa dagli utenti.

Tutto nasce nel 2018 dal caso di Cambridge Analytica, società di consulenza politica, travolta da una serie di inchieste pubblicate su “The New York Times” e “The Observer”. Alcuni ex dipendenti hanno accusato l’azienda di aver collezionato dati da 87 milioni di utenti senza nessun permesso, spesso attraverso test online o giochi a cui partecipare direttamente da Facebook.

Dopo lo scandalo diversi gruppi di utenti si sono uniti per una class action contro Meta, accusando il social network di concedere a Cambridge Analytica, e ad altre app di terze parti, l’accesso ai loro dati personali senza consenso.

Dopo anni di tentativi e di fumate nere, ecco l’accordo per un risarcimento da 725 milioni di dollari, il più alto mai accordato da Facebook dalla sua fondazione.

Gli utenti che hanno un account aperto negli Stati Uniti, dal 24 maggio 2007 al 22 dicembre 2022, possono richiedere un rimborso attraverso il portale Facebook User Privacy Settlement o inviando una richiesta tramite posta.

La cifra milionaria verrà pagata da Meta, la società fondata da Mark Zuckerberg, che riunisce anche Instagram e WhatsApp, oltre a un numero imprecisato di progetti sul Metaverso.

Se ti stai chiedendo se qualche dollaro possa arrivare anche a noi…

La risposta è NO!

Se hai letto bene prima, il risarcimento riguarda solo gli utenti americani…

E non perché a noi europei e italiani Facebook abbia riservato un trattamento dei dati sensibili più corretto… NO!

Solo perché la class action, creata, portata avanti e oggi vittoriosa, è stata mossa dagli utenti americani…

Noi non abbiamo mai fatto niente del genere!

Noi NO!

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