“Condannata per lesa laicità dello Stato” di Gaetano Riggio

Condannata per “LESA LAICITÀ DELLO STATO” a 20 giorni di sospensione dal servizio, con stipendio ridotto. Il tribunale di Oristano conferma la condanna.

Rubrica di “rilettura” dei giornali mainstream a cura di Gaetano Riggio


Condannata per “LESA LAICITÀ DELLO STATO” a 20 giorni di sospensione dal servizio, con stipendio ridotto. Il tribunale di Oristano conferma la condanna.

Aveva recitato un Ave Maria e un Padre nostro, insieme ai suoi alunni della scuola primaria, ma il disappunto di due famiglie – così pare – ha fatto scattare il procedimento disciplinare, senza né sconti né indulgenza alcuna!
Limitarsi ad un ammonimento orale o ad una “riservata”, sarebbe stato troppo poco – secondo il Dirigente di questa scuola -, un atto che non avrebbe avuto alcuna risonanza mediatica!
E poi, una severa lezione ogni tanto vale a tenere a bada le quattro bigotte antidiluviane che ancora arrancano, grevi ed uggiose, per i corridoi delle scuole italiane, ormai sull’orlo dell’estinzione. – Per fortuna!
Interessano poco gli obblighi contrattuali, i principi della Costituzione italiana, il puntiglio del diritto, – che è poi la religione di chi fa il giudice: muoia Dio con tutti i cori angelici, se vale a salvare una norma del diritto!

L’episodio rivela ben altro: anche l’Italia è un paese in cui la religione è ormai al grado zero (morta, nella coscienza e nella sensibilità dei più), secondo la terminologia di E. Todd, sociologo francese.
Non può essere più fattore identitario, creare senso di appartenenza, alimentare con la sua linfa le sorgenti della morale, contribuire a dare senso alla vita e alle scelte etiche e responsabili.
Qualche decennio fa, nessun preside si sarebbe azzardato a bandire il Padre Nostro e l’Ave Maria, come se fossero esorcismi da sciamani beceri e ottusi. Oggi, sì! Ecco perché, invece di chiudere un occhio, con tanta gaiezza questo dirigente ha prestato così sollecita attenzione alle lamentele, e “libero e bello” ha avviato il procedimento!
Se esistesse una resistenza cristiana – che mi auguro si desti -, come minimo si concorderebbe, a livello nazionale, un recita religiosa di protesta!
Per quanto mi riguarda, proporrei la lettura del sublime inno a Maria, che si trova nel canto XXXIII del Paradiso di Dante, da recitare nelle scuole, durante le ore di religione e letteratura!

“Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.”
[…]
“In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.”

Esiste inno più bello alla Donna, e alla sua dignità e al suo valore? Eppure, Vladimir Lussuria (nota transessuale dello spettacolo) può parlare ai bambini di educazione all’affettività, invece la maestra è stata messa alla gogna per le dolcissime parole dell’Ave Maria!
Non v’è immondizia e porcheria “laiche” che attraverso la scuola, il web e la televisione non giungano a influenzare i bambini. Invece, si mettono al bando le parole pure delle preghiere cristiane!

Gaetano Riggio


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Carletto Romeo