Carletto Romeo
Cazza la Randa
Dopo l’articolo del mese scorso,
il bacillo (sia pur estivo) dell’andare a vela probabilmente si è diffuso + del previsto e, siccome mi sento assolutamente responsabile, vorrei “ this time” fare in modo che lo stesso si diffondesse in maniera irreversibile approfondendo qui e là, e ponendo così le basi affinché del bacillo non si trovi né vaccino né cura.
Entriamo nello specifico parlando della “classe” (termine che identifica il tipo di barca a vela), e lo facciamo con quella di approccio:
L’OPTIMIST.
Nasce nel 1947 per merito o “colpa” di Clark Mills, visionario progettista americano che riesce in un colpo solo a violare forse tutte le regole di una progettazione navale: la barchetta è sinceramente bruttina e spigolosa, con una lunghezza “fuori tutto” di mt 2,30, larghezza di mt 1,65, peso di kg 35 ed una randa (vela “armata” sull’albero principale o unico in questo caso) di mq 3,76… il tutto per un colpo d’occhio tale da consegnarla ai posteri con l’appellativo irriverente di “vasca da bagno”.
Ebbene, a dispetto di tutto, l’OPTIMIST si rivela invece veramente maneggevole (l’analogia con la strada è fin troppo facile: è la Fiat 500 del mare) ed è proprio per questo che ogni scuola velica la utilizza per i bimbi principianti con una età che va dai 6 ai 13 anni ed un peso max di kg 55.
Altra nota caratteristica è il boma (trave in alluminio, legno o fibra di carbonio che sostiene la base della randa) troppo basso, tale da rendere l’OPTIMIST inaccessibile ai ragazzi “cresciutelli”, e così l’OPTIMISTA (nulla a che vedere con Venditti ) dovrà passare necessariamente ad una classe superiore già a 15 anni così come prescrive del resto anche la FIV (federazione italiana vela) e la ISAF ( international sailing federation).
Per gli “over size” o i velisti più esperti, eccoci di fronte ad un’altra classe denominata LASER: barchetta più carina e snella sempre armata di una sola vela e con deriva mobile controllata da cime: e qui ci scappa wikipedia: “la deriva è quell’appendice simile ad una ala collocata nella parte + bassa dello scafo che serve ad impedire lo “scarroccio”, altra parolaccia nautica che vuole indicare il movimento indesiderato (traslazione) della barca in direzione diversa dalla rotta”.
La genesi del LASER è datata 1969 ed ha come progettista il canadese Bruce Kirby. Ecco le sue misure: lunghezza mt 4,23, larghezza mt 1,37, superficie velica mq 5,76 (laser standard). Che dire: una modella anoressica, semplice ma molto impegnativa se messa alla prova, caratteristiche che ne hanno fatto una vera celebrità da sempre.
Ovviamente è classe prevista come disciplina olimpica sia maschile che femminile, mentre per i più giovani esiste un campionato mondiale con vela ridotta a mq 4,70 (World Laser 4.7 Youth Championship).
Gentili lettori potrei continuare ad inanellare tipi (ops chiedo scusa) “classi” di barche a vela dalla fama e dalle forme accattivanti.
Come dimenticarsi del famigerato “FLYING DUTCHMAN”o del “555FIV” il prediletto delle scuole veliche: un’ imbarcazione da Coppa America in miniatura tale da sviluppare lo spirito di squadra fin nei giovanissimi, con regate affascinanti come i Match Race (tipica sfida uno contro uno all’ultimo arrembaggio… ehm cioè volevo dire…) dove ci si gioca la vittoria fino all’ultimo metro del campo di regata, in gergo detto “bastone” con un lato di bolina e quello finale di poppa. Ed ora da bravo a spiegare che cosa sono? No meglio di no.
Prima o poi, la smania di specificare il tutto, di mettere i puntini sulle “i”, sicuramente avrebbe il soprav “vento”… sul vostro modesto tecnico, che investirebbe così il malcapitato neofita con una pioggia di termini e di gergo nautico umanamente non più gestibile… ed allora fermiamoci qui, magari rimandando gli appassionati alla prossima puntata, stessa spiaggia, stesso mare e…con l’augurio tecnico-scaramantico-propiziatorio di sempre:
barchetta, tavola a vela o kytesurf che sia…
BUON VENTO A TUTTI !!!
Nota a gentile uso del lettore: la formula BUON VENTO non è una delle tante uscite strampalate dello scrivente, ma davvero il saluto in gergo di chi fa vela!
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