Carletto Romeo
Capo Verde – appunti di viaggio
Appunti di viaggio: Capo Verde – settembre 2019
Volo Tap Portugal in ritardo di 35 minuti, ad attendermi all’aeroporto Amilcar Cabral c’è Ulisse, il tassista mandato dal mio hotel che per 15 euro mi porta alla mia destinazione a Santa Maria, la parte più a sud dell’isoal di Sal.
È notte fonda e sono “rinco” sotto l’effetto del mix “fuso+sonno+ stanchezza”, dopo 27 ore di viaggio! Ulisse… uhm! non e’ che ho sbagliato film e continente? Tutto può essere, comunque lui è molto discreto e silenzioso: non parla bene italiano, ma mi spiega in un misto anglo-spagnolo che “strada è breve” e “normale arrivare di notte qui”.
L’ autostrada o, almeno qualcosa del genere, si trasforma in strada sterrata all’imbocco di Santa Maria e… tutto intorno è deserto. In 20 minuti sono al Cabo Verde Palace Recidencial, una casa a piano terra, del resto son tutte così!
Sembra una tenuta coloniale e… poi in un certo senso lo è… attendiamo che mi aprano; Ulisse è gentile e garbato ad attendere con me e anche a telefonare per me (non apro parentesi sul “capitolo telefono” riservandomi di trattarlo in altra sede… legale, che è meglio!)
Domanda: “Si però una parentesi l’hai aperta!”
Risposta: “Si, ma anche chiusa!”
Dopo altri 20 minuti di attesa, sono le 00,30 (ora locale, le 3,30 in Italia) arriva una jeep dalla quale scende la padrona di casa: Milù!
Capoverdiana di origine, studia in Brasile dove conosce Walter, un tedesco con le idee molto chiare. Dopo diverse esperienze brasiliane e… diverse rapine brasiliane subite (forse 25, ma anche 24 fanno paura), decidono di investire qui a Capo Verde, qui a Santa Maria, qui al limite “vivibile” dell’isola, visto che 2 metri più in là c’è il deserto!
Molti li prendono per pazzi… che importa?
Se sei con la persona che ami, crei una famiglia con 2 splendidi figli e ti giochi una carta pioneristica!
Milù è un vulcano: parla fluentemente 5 lingue, disegna questa tenuta, semina nella sua terra d’origine e inventa il motto che tutto il mondo conosce e attribuisce a Capo Verde:
“NO STRESS”
Ora io, secondo te, sto qui a dubitare sulla parola della mia padrona di casa?
Sto qui a pensare che forse non è stata lei?
Ma assolutamente NO!
E’ il 2004 e a Santa Maria ci trovi solo 800 anime, tanta povertà, sale, pesce e tanta povertà (si lo so! L’ho già detto 2 volte!)
Walter è un biondo panzer teutonico che negli affari ci sa fare: in poco tempo costruiscono le basi per mille attività, sia ricettive che sociali, tra cui un vero museo della storia isolana, la Casa della Cultura, con reperti e opere che raccontano le vicissitudini di un popolo indigeno senza acqua e con mooolto sale!
Arriva negli anni anche il momento per la creazione di un Festival musicale che, con cadenza annuale, va in scena al Lido Funanà.
Tornando alle sorti del vostro modesto viandante, tornando alle vesti di padrona di casa di Milù: lei mi accoglie manco fossi suo figlio, mi consegna la mia stanza matrimoniale al numero 2 con “vista oceano” e mi augura buona notte.
Se lo sarà chiesto subito: ma chi è sto’ pazzo italiano che viaggia “da sssolo” e arriva all’una di notte (le 4 in Italia) in una sperduta o quasi, isola atlantica?
Il mattino seguente, dopo sonno ristoratore, ecco il primo esame delle qualità del posto scelto: la colazione. Ora, io AMO viaggiare e quello che trovo prendo in maniera molto pratica, non è questa la mia priorità: so però di gente che vive per questo, viaggia per questo, reagisce a questo con effetti considerevoli su tutta la giornata che ne seguirà!
COLAZIONE… il termine appare fortemente riduttivo, visto che ci avrei fatto pranzo e cena con tutto il “ben di Dio” arrivato e servitomi in veranda “vista oceano” (ma che lo ripeto a fffare?) da Milù in persona.
In cucina e nella casa vivono e lavorano altre 3 ragazze, ma alla colazione ci pensa Milù, a mo’ di biglietto da visita: è lei che ti serve e ti illumina su eventuali “dolci o salati” rigorosamente “Hand Made” (fatti à mmanu: traduzione in creolo capoverdiano… si! Assomiglia al nostro dialetto, ma è una tua impressione!).
Caffè: su questo annoso discorso so di bestemmiare, magari faccio anche peccato mortale, se vi dicessi che una tazza e 2 cucchiai di polvere solubile, mi hanno sorpreso e anche tanto!
Trattasi del caffè capoverdiano che viene coltivato sull’isola Fogo, l’unica con il suo bel vulcano ancora in attività (con quel nome), quindi con qualità del terreno eccellenti e qualità organolettiche di primo ordine di tutte le colture coltivate.
SI… SI… OK… l’espresso rimane sempre l’espresso, non si discute mica, ma il solubile capoverdiano è capace di farti affrontare degnamente una giornata di vacanza africana.
Esco per la mia prima “passeggiata” di esplorazione e… Milù mi richiama e… niente da fare… mi impone “benevolmente” di accompagnarmi lei in jeep, visto che comunque sta uscendo per le sue faccende e le fa piacere farmi un po’ da Cicerone (chissà se in Africa hanno un loro personaggio “ad hoc” emulo del suddetto? Boh! Non lo so!)
Milù in 20 minuti mi mostra tutti i punti imperdibili di Santa Maria, mi da le dritte su dove cambiare euro in escudos, dove mangiare, dove andare in spiaggia, dove ballare, dove…
Alla fine mi deposita al suo Lido Funanà, situato nella parte opposta della città rispetto al Palace Recidencial, mi omaggia di un posto al fresco del lido con sdraio e ombrellone tipici, mi “libera” per la mia prima passeggiata esplorativa, non senza avermi dotato di una buona scorta di acqua in bottiglia.
ACQUA: bene prezioso e vitale!
I Capoverdiani ne sono totalmente privi, almeno qui a Sal, acqua NON ce n’è! Nel tempo si sono industriati a potabilizzare l’acqua dell’oceano con un processo di desalinizzazione, ma è un’acqua che possono bere “solo” loro, in quanto è presente un batterio che “solo” loro sopportano, avendo maturato nei secoli una difesa immunitaria.
Per noi turisti tale batterio sarebbe letale, quindi a noi è riservata l’acqua imbottigliata esclusivamente di importazione.
Eccomi a zonzo come piace a me in vacanza e…
Ragazzi l’Africa è una cosa proprio diversa: anche i “maratoneti” come me, abituati a gironzolare per ore intere senza sosta tra quartieri e città… devono prendere atto che col clima e la temperatura bisogna andarci cauti…
Fortuna che a Capo Verde è sempre presente una brezzolina che mitiga molto l’afa, ma consiglio vivamente a tutti di stare spesso all’ombra!
Comunque almeno il primo giorno voglio vedere tutto ciò che posso e, come inizio, arrivo al famoso molo di Santa Maria situato proprio al centro della città.
Tra colori vivaci, pescatori e loro famiglie, barche e attrezzi, ma soprattutto pesci di ogni foggia, colore e dimensione, è uno spettacolo “da non perdere”.
I pescatori vanno e vengono appena pescano qualcosa di importante e subito le prede vengono consegnate agli addetti preposti alla pulitura completa di tutto il pescato, lasciando cadere dal molo tutte le interiora e gli scarti in acqua, foraggiando così tutti i pesci che numerosissimi accorrono accettando l’invito a pranzo!
Il pescato ripulito viene smaltito subito, fresco e pronto per le famiglie o per la vendita a ristoranti e locali vari. Dal molo eccomi in spiaggia a perlustrare tutta la costa Atlantica: sabbia bianchissima che non ti disturba affatto né al tatto e né addosso.
Camminare scalzo sulla battigia è tra i miei piaceri “primari”, e qui è davvero il posto ideale!
Sia chiaro però che, data l’origine vulcanica di tutto l’arcipelago, la maggior parte delle isole hanno coste nere e rocciose; l’unica ad avere diverse spiagge bianche e sabbiose è Sal e forse Boa Vista, quindi io ne approfitto!
Pausa e bagnetto “atlantico” e… ancora una volta ripeto la mia modesta teoria:
Acqua cristallina come nel nostro mar Jonio non ce n’è!
Ora scatenerò un vespaio, ma fatevelo dire con dati di fatto, qui a Sal e anche nei Caraibi, l’acqua se pur pulitissima, ha sempre quella parte in sospensione (sabbia finissima e/o frammenti di alghe) che ne altera la trasparenza, quindi l’acqua del MIO mare in una giornata di vento di Ponente a Siderno è assolutamente più trasparente e cristallina! Ho detto!
Primo giorno al mare con pranzo leggero in spiaggia, verso le 16 ritorno al mio hotel, ma prima faccio un breve passaggio al centro cittadino, inaugurando la “passeggiata” pedonale.
Poi di ritorno sul litorale, verificando che, subito dopo la spiaggia bianca del centro, tutto quanto è completamente dipinto di nero di roccia vulcanica, con miliardi di frammenti bianchi di conchiglie a pezzettini: spettacolo!
Poco prima del mio hotel, altro posto “indimenticabile”:
È periferia, ci sono a monte le “case popolari” brulicanti di persone vocianti e di bambini strillanti e, in loro corrispondenza verso la spiaggia, ecco la “palestra” più a Sud mai visitata dal vostro modesto viandante.
2° giorno, eccomi pronto per la mia escursione guidata sull’intera isola.
L’appuntamento è alle 9 e dall’agenzia arriva l’autista a prelevarmi direttamente a domicilio.
Milù però, non mi ha ancora servito “tutta” la colazione e, ovviamente chiede-trattino-impone allo stesso di attendere! Di attendermi!
Io, un po’ in imbarazzo, faccio in fretta e… che devo fare? GRAZIE!!!
Angelo, l’autista, mi si presenta e mi fa scegliere il posto sul pick-up Toyota predisposto per il tour, con sedili e spalliere “spartani” fissati sul cassone.
Io scelgo il posto al suo fianco in cabina e ci dirigiamo verso il RIU Resort (un complesso turistico 5 stelle), dove ad attenderci ci sono altre 4 persone componenti il nostro gruppo.
Per loro, una coppia di olandesi e una di inglesi, i posti rimasti sono sul cassone all’aria aperta!
Angelo inaugura il tour con una breve descrizione in inglese per tutti.
Io poi in cabina gli faccio il terzo grado e scopro che ha 26 anni, lavora da 3 anni almeno per l’agenzia turistica ed è “zito” da 2 con una ragazza francese che insegna italiano e che staziona al momento a Bruxelles ad aspettare in ordine: il moroso il prox 7 ottobre, data di inizio ferie del nostro indigeno, ed il bebé il prossimo mese di febbraio, arrivi ovviamente in stretto ordine cronologico e non certo di importanza!
Subito dopo aver lasciato Santa Maria, la prima tappa è Murdeira: Angelo ci conduce alla spiaggia dove abbiamo 20 minuti per bagnetto e foto, con lo sfondo di 2 montagne… o monti, o vulcani… scoprirò + tardi trattasi del famoso Monte Leon!
Che scemo, non lo avevo riconosciuto un leone disteso che dà il nome al monte!
Comunque, trattasi di un posto naturalisticamente prezioso visto che è la meta preferita dalle balene per procreare; meta difesa a denti stretti dai Capoverdiani ecologici, contro le mire espansionistiche del miliardario di turno che invece ci vuol costruire l’ennesimo resort a 5 stelle!
Fatto il bagnetto, Angelo ci porta dall’altra parte della costa:
mi ero dimenticato di dire che l’intera isola di Sal è lunga 30 km e larga 12 km.
Quindi puoi girarla a piacere come ti pare a volontà!
La meta è davvero un posto “WWF protect” visto che ci sono le uova di tartaruga che, in maniera scientifica e rigorosa, vengono “preservate” dal disturbatore umano!
Altra tappa a seguire nella strada verso Nord è Palmeira, villaggio di pescatori dove facciamo un giretto per le vie, il porto e anche un paio di negozietti dove assaggiamo il tipico “ponche”, aperitivo dolce alcolico a base di frutta, e il “grogue”, digestivo superalcolico con 47°, fatto con canna da zucchero fermentata.
Come del resto in tutta l’isola, siamo presi d’assalto dai venditori di souvenirs:
devo però dire che sono sempre molto gentili e mai sgarbati… ci provano sempre e sono molto bravi nel farlo toccando, se serve, anche le “corde affettive”…
Qui, devo ammettere di non aver saputo dire di no al sorriso di Fatima, che mi ha venduto un bel foulard etnico in cotone arancione e…
20 passi più in là, ho capitolato anche con Filù (sarà stato il suo compagno?) che mi ha appioppato un set di “appendifrigo” vari ed il classico braccialetto “NO STRESS”.
“FICI A SPISA” (traduzione a pag. 777 del CarlettoShow)
Lasciata Palmeira, Angelo provvede a portare la coppia degli olandesi al primo taxi:
il marito aveva manifestato qualche disturbo al pancino e… chiesto in maniera anche sgarbata, se posso aggiungere, di tornare indietro!
Devo dirlo a chiare L E T T E R E: non è e non sarà mai una gita comodissima, visto il percorso spesso sterrato e visto il mezzo meccanico usato ma… Angelo ha guidato sempre con estrema prudenza e ha avvertito comunque su tappe e percorso non agevole. Sarà stata una scusa o meno, ai posteri l’ardua o facile sentenza!
Angelo, io e i 2 inglesi, a proposito, Sam e Jack “Just married” sposi novelli da Manchester, imperterriti abbiamo proseguito alla volta della capitale.
Espargos è una piccola cittadina dove facciamo un rapido giretto senza scendere dalla jeep.
Case tipiche basse e colorate e niente da aggiungere.
A stupirci letteralmente è ciò che ci si presenta fuori città!
Una vera “Favela” poverissima in mezzo al deserto con case, ma che dico, costruzioni in cartone e lamiera ad altezza uomo, dove manca acqua, elettricità ed ogni altro genere di prima necessità e, pensiero dello scrivente, sembra quasi sia “chiusa” al visitatore dall’interno…
Angelo, quasi con pudore, non risponde alle mie insistenti domande sul perché la città è, e rimane, così…
Momento “particolare”, esente da foto per mia personale discrezione.
Passato il momento “toccante”, eccoci in zona completamente desertica, chiamata Terra Boa:
Angelo ci fa scendere dal pick-up e ci fa notare all’orizzonte l’immagine di un lago e di vegetazione…
Noi tutti a fotografare e lui finalmente, col sorriso sotto i baffi, a rivelarci che si tratta di un miraggio in piena regola: altro che acqua o alberi, là fuori non c’è nulla, ma solo il fenomeno noto come Fata Morgana! Ohhh!
Altro giro di ruota, ops volevo dire di jeep, altre emozioni…
Eccoci davanti ad un altro tipo di costa da ammirare: la barriera corallina rende il paesaggio davvero unico, ma noi tutti siamo lì per dare un’occhiatina “da vicino” agli SQUALI…
Tranquilli tutti, il pericolo non esiste, sia chiaro, però fa un certo effetto entrare in acqua e vedersi circondati dai pescecani. Angelo in questo caso ci “consegna” nelle mani di Odair, la guida apposita per questa esperienza, il quale prima di tutto verifica le nostre calzature.
Sugli scogli in genere se stai scalzo ti fai molto male, figurati sulla barriera corallina! Io, crocs munito, ho il suo OK, Sam e Jack invece devono affittare il sandalo (euro 2).
Pronti, partenza, via verso l’abisso… io scherzo ed esagero, visto che anche dopo 100 metri, l’acqua dell’oceano qui ti arriva alle ginocchia… Lui, al momento giusto, versa in acqua il contenuto di una bottiglia di plastica che aveva con se (ammetto di non essermene accorto prima).
Il composto sanguinolento è l’attrazione determinante per gli squali, che non tardano ad arrivare: si tratta di una specie denominata Lemon Shark (squalo limone) e immagino che quelli che mi gironzolano tra i piedi siano dei “cuccioli”. Comunque sia, fanno il loro effetto, e la gioia della mia “action cam” che li riprende sott’acqua.
Dopo l’aperitivo a base di squalo limone, eccoci di nuovo a bordo per raggiungere la metà di Pedra Lume.
Qui il tour ha il suo primo pedaggio, con 5 euro abbiamo il pass per la Salina. Questo è uno dei siti più antichi e rappresentativi di Sal. Noi vi accediamo in macchina attraverso un tunnel scavato nella montagna e… all’uscita la vista è davvero mozzafiato: un laghetto e varie forme geometriche “bianche” all’interno dell’incavo di un cratere… spettacolo!
È il 1805, quando i primi portoghesi arrivati qui, scoprono i giacimenti di sale e, proprio qui, installano la prima salina che fornisce il prezioso minerale al porto, tramite una funivia (definirla “salevia” è troppo! Anche per uno scrivente scellerato come me).
I resti della stessa, visibili e fotografabili, sono in disuso da almeno 30 anni, da quando cioè la funivia è stata sostituita dai furgoni e dai tir. Ma il piatto forte non è mica arrivato…
Angelo, sempre col suo amabile modo, ci spiazza dicendoci che ci lascia soli: abbiamo 30 minuti per goderci lo spettacolo, ma soprattutto per il nostro Bagno di Sale. Con la stessa frase e lo stesso sorriso ci dice: “Take your time – NO STRESS” , ci scatta diverse foto col nostro smartphone (servizio completo) e ci lascia al tepore delle acque della salina.
La sensazione di BENESSERE, appena entrato in acqua, è indescrivibile. A scapito dell’aspetto, che non promette nulla di buono, il colore rossastro-marrone mi sa di film horror a base di piranhas, garantisco che sono stati i minuti a mollo più rilassanti della mia vita.
L’acqua ha un livello di salinità 27 volte maggiore di quello normale del “mare”, ma sono gli influssi calorici provenienti dal cratere che la trasformano in una SPA NATURALE, e se ci aggiungi che sono presenti almeno altri 40 minerali, e chissà magari qualche tocco magico e… dati alla mano, questo mix arreca benefici alla pelle, alle ossa, al sistema nervoso e cardiovascolare… insomma non sono né un medico né uno sciamano, ma ti garantisco che ne esci “rinato”!
A proposito, appena usciti dall’acqua, di doccia nemmeno a parlarne, e… lo sai che nonostante il sale addosso sia visibile eccome… NON lo senti per niente, anzi ti lascia la pelle “vellutata”. Da non credere!
Questa volta Angelo ci mette un po’ di fretta, sarei rimasto ammollo ancora, ma il suo intento è quello di non farci perdere una ennesima emozione del tour.
Dall’altra parte rispetto alla salina di Pedra Lume, ci attende la costa nera e rocciosa di Burracona, con vista Atlantico e con un fenomeno di cui da giorni sentiamo parlare senza capirci molto. Qui appena arrivati, dopo qualche scossone e qualche “duna mossa” (Zucchero tu non c’entri!), il pass costa 3 euro, e Angelo comincia a spiegarci bene il tutto.
La costa, così frastagliata e nera che più nera non si può, permette all’oceano di “entrare” in diversi punti; proprio in uno di essi “Colui che ha dipinto il tutto” chissà quante ere fa, ha voluto lasciare, con un tocco di fantasia, un… BUCO!
Nella roccia vulcanica, un foro, una apertura ellittica che ti fa scorgere l’acqua al suo interno, “solo” in certe condizioni di sole e fino ad una certa ora; ecco spiegata la fretta tattica del nostro Cicerone, ecco il fenomeno sotto i nostri piedi: L’occhio blu! Spettacolo!
Io, se non dico la mia muoio, azzardo una similitudine tra l’immagine riflessa nell’acqua e la forma della stessa isola di Sal… nessuno dei 3 miei compagni mi prende sul serio, avranno capito che mestiere faccio?
Dall’occhio blu, tra l’altro inaccessibile e pericoloso, Angelo ci conduce all’unico punto “sicuro” della costa, dove poter fare il bagno e, non solo, sfoggiare anche l’ultimo tuffo triplo carpiato con coefficiente di difficoltà 8,50 😀
E stavolta eccolo unirsi a noi nello sguazzo!
Il tour giornaliero sta per volgere al termine: Un break spuntino qui a Burracona ci sta tutto, anche per godere della vista Oceano e per rilassarsi un attimo… altrimenti altro che…
“NO STRESS”!
Abbiamo così modo di socializzare anche con turisti di altri gruppi, che nella giornata hanno girato in lungo e in largo (non è un eufemismo!) l’isola di Sal, accompagnati dai colleghi del nostro Angelo a bordo dei pick-up “con vista” (misero mio modo di tradurre i “sightseeing”, tipici da città turistica).
Viaggio di ritorno molto tranquillo, stavolta né zig-zag isolani né sterrato e dune, ma solo la tranquilla autostrada asfaltata diretta verso Sud, verso la “nostra” Santa Maria.
Strada facendo (Baglioni smettila!), Angelo mi confessa di essere un po’ stanco.
Svolge questo lavoro tutti giorni, sette giorni su sette, 30 giorni al mese. Le ferie sono vicine e, prendetemi per scostumato, maleducato e villano, io gli chiedo quanto guadagna al mese.
Lui dimostra per l’ennesima volta di voler “glissare” su certi argomenti, dicendomi che è soddisfatto e che ama il suo lavoro. Da altri scopro poi che lo stipendio medio a Capo Verde per maestranze, camerieri, operai etc, si aggira intorno ai 150 euro.
Se solo pensi che il tour odierno a noi turisti è costato 25 euro… ti fai 2 conti rapidi e capisci subito chi è che becca il grosso della torta. Per tale ragione, di comune accordo con Jack e Sam, miei compagni di avventura da Manchester, lasciamo al nostro Angelo una lauta “mancia”.
Angelo è stato davvero professionale e “attento” a tutto, facendoci cogliere ogni aspetto che il tour di oggi presentava e/o nascondeva.
Salutandomi e augurandomi buona vacanza, oltre all’ennesimo “NO STRESS”, ci ha tenuto a dirmi grazie per essergli stato “amico comprensivo” tutto il tempo. GRAZIE a te Angelo, mi auguro che a quest’ora tu abbia riabbracciato la tua “zita” francese. BUONA FORTUNA FRATELLO.
3° giorno a Sal e, casualità del caso, è il mio compleanno.
Confesso che di casuale non c’è proprio nulla, visto che il regalo più grande che mi si possa fare è un viaggio e… quando posso me lo “regalo” a me medesimo, solo, stesso, io… me insomma! (Io scrivo come parlo, se non ti piace, ti invito a spedirmi un corso accelerato di scrittura fai-da-te!)
Giornata dedicata al mare, ops scusa oceano, e al relax… sdraio, ombrellone, bibita, musica… si forse, ma… a chi lo racconto?
Eccomi a “curiosare” tra spiaggette e costa atlantica… mi dirigo a Nord e sinceramente non ho una meta precisa… mi conosco, la parte che mi piace di più nella vacanza è questa!
Tra rocce nere vulcaniche, dune sabbiose giallo oro, insenature e calette, è davvero un bel mix! Senza ombra di dubbio il posto dove “le parole” non bastano è una spiaggetta “nascosta”, dove la natura ha concepito una piscina naturale riparata dagli scogli dalla furia dell’oceano… meta prediletta dai bambini e dalle rispettive mamme che li “liberano” a sciacquare in tranquilla sicurezza.
Continua…