Carletto Romeo
Bucarest: appunti di viaggio
Bucarest – Appunti di viaggio – Giugno 2019
Bucarest è la capitale della Romania
Arrivo con un volo della WizzAir e dall’aeroporto Coanda prendo il bus express 783.
Il biglietto non è acquistabile a bordo quindi va comprato nel box ticket o nelle macchinette.
Il costo e’ di Lei 4,30 e, per non esserne sprovvisto, cambio prima euro 20 (di solito negli
aeroporti il cambio è molto sfavorevole quindi conviene cambiare la cifra minima solo
perché alcune volte la Card non è accettata).
In Romania, nonostante sia nella comunità europea, rimane in vigore la moneta nazionale, il Leu, che oggi ho cambiato a euro 0,21 (cambio in tempo reale via Visa) e a euro 0,24 all’exchange in aeroporto. Quindi con circa 90 centesimi di euro vai dall’aeroporto al centro città.
Il capolinea del 783, dopo circa 25 minuti di viaggio, si trova in piazza Unirii. Il tempo comincia a fare i capricci, era previsto brutto con pioggia e temporali e… le previsioni rumene sono precise!
Decido di percorrere a piedi gli 800 metri che mi separano dal mio alloggio nonostante la pioggerellina: k-way d’ordinanza in spalla e rotelle del mio fido “trollorosso” ben ingrassate.
La città è semiattiva visto che è domenica sera e sono le 20… “gli Audio 2 mi citeranno per i danni”.
Adoro arrivare in un posto nuovo e farmi prendere da aria nuova, colori, odori, impressioni a caldo mixate col “piccio” di trovare al volo la via maestra o, per meglio dire, diretta alla destinazione.
Ho prenotato un appartamento molto vicino al centro e Vasili, l’addetto al check-in, mi ha già informato tramite WhatsApp sulle modalità:
accanto al civico del mio appartamento si trova un negozio di fiori; davanti al negozio si trova una pianta di ficus Benjamin; dietro di essa ben mimetizzata c’è una piccola scatolina metallica con una piccola serrandina di plastica, che a sua volta cela un piccolo codice a 4 numeri (tipo a rotazione manuale da 0 a 9).
Dopo aver selezionato il codice esatto xxxx, non lo rivelerò mai ad anima viva (la privacy prima di tutto), ecco magicamente apparire le mie chiavi ben custodite in questa mini cassaforte a prova di Diabolik.
Dopo essermi sentito un mezzo agente segreto, mi avvio al portone di ingresso, una sorta di gigante in ferro che, al pari del palazzo di cui si fa fiero custode, rivela tutta la sua imponenza, la sua forza ma… anche la vecchiaia e la stanchezza!
Tutti i miei “autoelogi” “007style” di prima, cadono, non senza una profonda delusione, al vedere che la chiave NON apre… si proprio cosi’… non apre… verifico tutte quelle presenti nel pacchetto di benvenuto e niente… sono imbranato? o il solito “turista fai da te, no Alpitour?”
Chiamo il buon Vasili che, con un sorriso benevolo, mi dice che il portone gigante non si apre con la chiave ma con l’avveniristico portachiavi blu, che avvicinato al citofono elettronico, magicamente o, meglio di “Apriti Sesamo”, mi apre porta, vacanza e prima figura di cacca.
L’appartamento è al primo piano, le scale sono in marmo, vecchie, fredde e poco illuminate.
Al primo piano, non senza fatica, trovo finalmente l’ingresso del mio App, chiamato “charmy nest”, nome che è tutto un programma, apro senza fatica e…
Magicamente tutto cambia: interni nuovi, colori accoglienti, odore di fresco e… ti sembra di stare già a casa visto l’ambiente caldo e rilassante.
Dopo un rapido sguardo per verificare che non manchi nulla, messaggio di ringraziamento al buon Vasili per il sostegno e… “Vasili non trovo il phon per i capelli”.
Con la chioma che testardamente continuo a portare in giro per il mondo, un phon è necessario come il pane! Vasili, nel suo perfetto “anglo-italiano”, mi spiega che è nascosto (sarà un vizio dei rumeni nascondere le cose?) sotto il lavabo del bagno in una cesta rossa. Ook!
Finalmente posso disfare borsa e “trollorosso”, denudarmi e regalarmi una rilassante e lunga doccia calda.
La serata può quindi cominciare con una prima uscita per le vie cittadine: anche se ormai sono le 22 e cenare è d’uopo, non ne sento la necessità urgente e, come detto prima, adoro “perdermi” tra le vie del centro in avanscoperta, senza né mappe, né tanto meno GoogleMaps o navigatori dalla voce fredda e metallica, no!
La prima uscita la faccio a caso, con orientamento a vista e, non importa se magari faccio giri inutili, mi piace così! Il centro di Bucarest, davvero a 2 passi dal mio palazzo diciamo “di Casa”, è molto ordinato e pulito.
Ad un primo sguardo noti subito palazzi stile “Rassia” e “cortina di ferro”, ma anche opere dalla “grandeur” quasi francese: non ricordo dove ho letto che qualcuno in passato ha osato definire la città come “la Parigi dell’Est”.
Unico neo, e chiamalo neo che altrimenti sbotto, è sta’ pioggerellina che non smette da quando sono arrivato e… vabbè! Sempre vacanza è!
Dopo circa un’oretta di “giriingiro”, lo stomaco reclama attenzione e materiali commestibili;
chiaramente non potendo usufruire di guide e cartine varie, mi accontento di quello che
trovo sulla mia strada nel momento di FAME…
È un ristorante con giardino e interni al pianterreno che definirei… il palazzo di un maresciallo del KGB ai tempi della guerra fredda. Stanze alte e con decori e lampadari classici e, se non fosse per i camerieri, vestiti da… camerieri, ovvio, mi sentirei in un film della seconda guerra mondiale.
Menu alla mano, ordino subito una birra locale, “rigorosamente locale”.
La scelta ricade su un bionda versione 400ml, che assaggiata subito senza indugio, si rivela molto buona e dal gusto forte e deciso: si chiama “Ursus” e, non sto scherzando!
Il resto della cena è… lasciamo stare!
Non sono mica TrippiAddivaisor che ti elogia o stronca, a seconda dei casi!
Diciamo che non era la loro serata migliore e, pure io non avevo voglia di mettermi a cercare i posti già noti nel mio programma, atti al vettovagliamento (se entro nel clima da film di guerra, poi è difficile che ne esco indenne).
Là fuori, forse una tregua della nemica-pioggia e… vai alla scoperta di altre viuzze sempre più al cuore di questa capitale (forse il posto + a Est dove io abbia portato il mio deretano).
Stavolta, oramai è mezzanotte passata, provo a seguire le indicazioni per il centro del… centro.
Il quartiere Lipscani, fulcro della movida più giovane con locali, discoteche, ristoranti e pub.
Sarà la pioggia, sarà l’ora, sarà che hanno paura di me, manco fossi un calabrese…
In giro non c’è quasi nessuno, anzi vedi proprio aria di smobilizzo.
Solo i tassisti, croce più volte anticipata da molti come “da evitare”, sono in tanti ad attendere clienti e/o polli… ma non facciamo di tutte le erbe un fascio.
Voglio anzi sfatare il luogo comune del rumeno in genere… forse quelli che arrivano in Italia sono “gli scarti di fabbrica” visto che in 3 gg io non ho avuto alcun problema, anzi ho visto gente che lavora, quartieri ordinati e sicuri, zero delinquenza spicciola, zero spacciatori, zero degrado, zero senzatetto, zero extracomunitari a zonzo senza meta.
Prima notte quindi sul mio comodissimo e soffice letto rumeno e… in teoria, c’è sempre quella paginetta di “buon libro” o “e-book” da consumare ma… e ripeto ma… zzzzzzzzzzz notteee!!!
Ora potrei dirti altre cose su Bucarest, cosette visitate in 3 giorni di vacanzina…
Potrei parlarti dello stile degli edifici dal neoclassico, neogotico alle influenze liberty e bauhaus, (uhm)…
O dirti dei monumenti che ricordano gli eventi storici e le personalità più o meno esemplari, di tipetti come il dittatore comunista Nicolae Ceausescu: sua la “pensata” di fornire un lampadario di circa 7.000 lampadine dal peso “forma” di tre tonnellate, all’interno di un casermone tutto lusso e sfarzo come il Palazzo del Parlamento.
Potrei… Come potrei dirti dei piatti tipici che ho mangiato e “amato” come la “Ciorba”,
una minestra a base di crusca, verdure, carne di gallina, vitello e trippa…
E che ho mangiato e “odiato” come i “Mititei”, polpette di carne suina, ovina e bovina fatte alla griglia… potrei…
Potrei dirti che il locale dove ho mangiato e… “amato” più volte è il “Curù cu Bere”, la più antica birreria di Bucarest, specializzata nella cucina tradizionale locale con un’ampia selezione di birre artigianali.
Potrei… MA non lo faccio!!! Mica sono il tuo “consigliori”!
Quindi armati di Carta d’ Identità, quei 4 soldi che ti sono rimasti su una Postepay e trovati il primo volo per la “Parigi dell’Est”…
3 giorni non di più!
Io ho detto!
Per ora basta racconto…
Continua…
Non so quando…
Se mi va!
Forse…
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