Carletto Romeo
Avevo 16 anni…
Avevo 16 anni
Era un pomeriggio afoso di luglio e con la scusa di lavarla e lucidarla, ho preso le chiavi della macchina di mio padre. Mercedes 220 benzina del 1970, bianco il colore della carrozzeria, nero quello degli interni in pelle.
Mio padre, non era un “patito” esagerato delle macchine, ma sapeva ciò che voleva e, quella era l’ultima di tante vetture di “gran classe” che aveva avuto negli anni. Auto davvero “generosa” e “sciccosa” anche se poi qualche “idiota” cineasta ne aveva fatto una icona simbolo delle auto di rappresentanza nei film di mafia.
In quel momento, come ogni giorno lavorativo, mio padre era al mare per un piccolo break nelle sue canoniche 8 ore di lavoro al negozio. Non sarebbe tornato prima delle 16.30. Fatto i miei calcoli, senza nemmeno aprire il rubinetto della fontana, senza nemmeno far finta di prendere shampoo e spugna, eccomi a mettere in moto il potente 4 cilindri tedesco e, con la dovuta circospezione, eccomi uscire dal garage di casa: 5 metri di bolide e nessun servosterzo ti impegnavano peggio che in palestra!
Nessuno in giro, a quell’ora tutti a far la siesta… ho pensato di evitare strade cittadine e subito mi son diretto verso la provinciale che porta a Siderno Superiore, finestrini spalancati e Radio Montecarlo a palla… ora non ti sto a spiegare che Montecarlo non era la celeberrima stazione (oggi dicesi network), bensì era la marca dell’autoradio montata di serie dai costruttori Daimler Benz di Stoccarda (i tedeschi quando ci si mettono, fanno le cose in grande).
Non sapevo precisamente cosa volessi fare o dove volessi andare, ma visto che avrei avuto più di un’ora di fuga, visto che in giro non c’era anima viva, visto che mi sentivo stranamente “sicuro di me”… insomma un chilometro dopo l’altro, arrivato indenne a Siderno Superiore, coraggio e incoscienza mi fanno proseguire e, galeotta l’idea, mi balena in testa la sfida di arrivare a Canolo.
Mi son detto: “ma chi vuoi che ci sia in una sperduta strada di montagna?” E via… gas, prima, seconda e terza tirate al giusto numero di giri del motore. 220 sta per 2.200 cc di cilindrata a benzina! Nessuna idea dei consumi, del resto, chi se ne frega, avevo il pieno e… libertà! Superato il centro di Agnana, mi son detto “è fatta! Missione compiuta! Se non ho incontrato nessuno fin qui, è fatta!”
Stavo già immaginando la faccia dei miei amici quando di ritorno avrei raccontato l’impresa… Ma chi mi avrebbe creduto? Nessuno!
Niente foto, niente testimoni, niente cellulari (al tempo ti andava bene se trovavi una cabina telefonica funzionante e dovevi pure avere buona scorta di gettoni).
Intanto godevo della guida, attento alle curve: una macchina con trazione posteriore di quella cilindrata, facile perdere il controllo se non sai quanto pigiare sull’acceleratore.
A circa 2 km da Canolo “vecchio” (l’aggettivo una volta coniato è difficile che tu lo possa cambiare con uno più ortodosso)… 2 bellissime curve a gomito e da lì un rettilineo che ti si presenta come una pista di formula uno… già pensavo alla tavoletta che avrei fatto e alla velocità massima che avrei raggiunto… prima curva in seconda, ok, seconda curva più spinta, seconda e subito terza e…
Alzando lo sguardo sul rettilineo appena uscito dalla curva… la visione!!!
Per tutti i 100 metri di asfalto che mi attendevano non c’era un posto di blocco di polizia… NO!!!
C’era una fila piazzata di 100 militari dell’esercito con tra di essi alternate almeno 20 jeep (le classiche camionette militari del tempo, verdi mimetiche e agili)…
Adrenalina, paura, panico, raptus…
Mi pianto sui freni e… mi blocco li… senza fare nulla… incapace di prendere una decisione, incapace di muovere un muscolo…
Passano almeno 8 minuti (saranno stati anche 10, cambia poco)… finalmente una delle jeep si muove con 4 persone a bordo, diretta verso di me, verso una Mercedes 220 bianca del 1970, verso un ragazzo incosciente di 16 anni…
1) Articolo 80? (per i non addetti ai lavori era la “punizione” per chi venisse beccato a guidare senza patente);
2) Una sonora “ramanzina”? (Oggi senza scrupoli diremmo tranquillamente “UN CAZZIATONE)
3) O… semplicemente ricordi “romanzati” di un tempo che fu e che…
MI MANCA TANTO?
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