Carletto Romeo
Corriere della… notte buia
Corriere della… notte buia
“Influencer e opinionisti, ecco i putiniani in Italia” è il titolo di un articolo pubblicato il 5 giugno dal più famoso giornale d’Italia, il Corriere della Sera, a firma di Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni.
Vengono proposti a centro pagina, modello immagine segnaletica, “Wanted Dead or Alive”, le persone che rappresenterebbero la macchina della propaganda di Putin in Italia.
Tra i segnalati ci sono: il senatore Vito Petroncelli espulso dal M5S, il docente universitario di sociologia del terrorismo Alessandro Orsini, il fotoreporter Giorgio Bianchi, il giornalista ed esperto di geopolitica Manlio Dinucci, l’economista Alberto Fazolo, il giornalista freelance Laura Ruggeri, l’analista e reporter freelance Maurizio Vezzosi, il candidato nel 2019 con la Lega Claudio Giordanengo e la giornalista russa Maria Dubovikova.
Le autrici dell’articolo indicano queste persone come componenti di una vera e propria rete filo Putiniana ben radicata in Italia, con l’obiettivo principale di condizionare l’opinione pubblica.
La fonte del Corriere è il Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, un organo del Parlamento che ha la funzione di vigilare sull’operato dei servizi.
“L’indagine avviata dal Copasir è entrata nella fase cruciale”, scrivono le giornaliste.
La prima reazione del mondo politico e giornalistico è di grande stupore, alcuni addirittura parlano di vera e propria lista di proscrizione che ricorda altri tempi e altre cose.
il 6 giugno, il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo del Corriere, arrivano le dichiarazioni ufficiali del presidente del Copasir, Adolfo Urso, che si dice estraneo alla schedatura:
“Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica rileva di non aver mai condotto proprie indagini su presunti influencer e di aver ricevuto solo questa mattina un report specifico”.
Così Urso rimanda al mittente le accuse e chiarisce il ruolo del Comitato parlamentare.
Ma allora?
Le giornaliste del Corriere da dove hanno preso la notizia?
Se la fonte nega, la notizia è falsa? Campata in aria? Inventata di sana pianta?
E ancora prima di chiedersi se esista davvero una macchina mediatica pro Putin, io mi domando se si possa agire in questa maniera in un Paese democratico? O presunto tale!
E se anche fosse così… un libero cittadino non può esprimere più la propria idea?
Sbattere in prima pagina delle persone che, fino a prova contraria, hanno espresso solo la loro opionione e, in tutte le salse, hanno sempre premesso di essere “contro” l’invasione russa, spiegando poi i “fatti” e la loro posizione specifica a riguardo, che però dice anche come l’orientamento dei capoccia ucraini non sia stato esente da colpe gravi dal 2014 ad oggi.
Allora la domanda che segue è d’obbligo:
“Esiste ancora in Italia la LIBERTA’ di opinione?“
Al Corriere e alle sue giornaliste la risposta ai tanti quesiti che il loro articolo “destabilizzante” ha fatto sorgere.
Ma se invece del Corriere, a emettere liste, bollature o addirittura “proscrizioni”, fosse stato un altro giornale… uno qualsiasi… immagini cosa sarebbe successo!?
Al grido di “Fascista”, milioni di italiani sarebbero insorti e scesi in piazza… O no?
Eppure il Corriere al momento la passa liscia…
Si combatte il dittatore con un metodo da dittatore… Grave, molto grave!
O possiamo pensare a schermaglie “pensate” o peggio “pagate” da chi vuol difendere l’operato del nostro governo, a tratti indifendibile?
Fino a questo momento, ore 0.07 del 8 giugno 2022, non ci sono dati e notizie che diano scampo allo scellerato articolo…
Fino a questo momento, spiace doverlo sottolineare, le accuse del Corriere e delle due giornaliste sono alla stregua di una misera “macchina del fango”…
Attendo fiducioso di essere smentito dai fatti dei prossimi giorni…
Come attendo almeno le SCUSE delle due titolate giornaliste ai destinatari della loro “gogna mediatica”…
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