Carletto Romeo
Lara Lugli volley-girl incinta
La storia di Lara Lugli è alla ribalta delle cronache da qualche giorno.
I fatti: nella stagione 2018/19 la pallavolista originaria di Carpi (Mo) viene tesserata dal Volley Pordenone, squadra che milita nel campionato italiano B1.
A marzo 2019 l’atleta comunica alla società di essere rimasta incinta e quindi l’impossibilità a proseguire la stagione, risolvendo il contratto. In seguito, la stessa avrebbe chiesto al club di saldare lo stipendio di febbraio “per il quale avevo lavorato e prestato la mia attività senza riserve” scrive in un post su facebook.
Scatta il contenzioso con i dirigenti del Volley Pordenone che, a distanza di 2 anni, la citano per i danni “per non aver onorato il contratto”.
Ora sarebbe bello poterlo leggere “integralmente” questo contratto, ma… Comunque sia, è davvero una brutta storia!
Intanto la cosa più brutta è che la gravidanza sia andata molto male: con un aborto spontaneo la Lugli ha infatti perso il bambino l’8 aprile seguente.
Poi oltre al danno anche la beffa doppia: non essere pagata per il mese nel quale aveva prestato la propria opera e infine il “colmo” di vedersi citare in giudizio.
Ma citata in giudizio per cosa?
Per non aver terminato la stagione? Per non aver dato il proprio apporto in schiacciate? O… Solo per non pagarle lo stipendio del “singolo” mese di febbraio, unica richiesta della Lugli?
Ripeto, potrebbe essere determinante sapere cosa ci fosse nelle clausole del contratto firmato a suo tempo dalla 38enne atleta carpigiana.
Lei nel suo amaro post di denuncia scrive:
“Una donna se rimane incinta non può conferire un danno a nessuno e non deve risarcire nessuno per questo. L’unico danno lo abbiamo avuto io e il mio compagno per la nostra perdita e tutto il resto è noia e bassezza d’animo”
La società Pordenone risponde con la frase ‘verità ribaltata’ dicendo testualmente:
“Vendendo prima la sua esperienza con un ingaggio sproporzionato e nascondendo poi la sua volontà di essere madre. Una scelta che ha portato la squadra a doversi privare di lei a stagione in corso, perdendo di conseguenza molti punti sul campo e infine anche lo sponsor”.
Alla ingiunzione di pagamento della Lugli quindi il Volley Pordenone ribatte e rilancia con la richiesta di risarcimento.
Verrebbe da chiedere altre cose, molto più precise che forse dall’esterno non sappiamo e nessuno ci dirà mai, ma…
Da queste semplici premesse appare chiaro come “ancora” ci sia un grande vuoto normativo e una grandissima distanza da colmare nelle situazioni di genere, nello sport come nella vita lavorativa.
Torna, a 2 giorni dalla Festa della Donna, la domanda annosa: maternità o carriera?… Un bambino o un contratto da volley?
Sulle prese di posizione politiche intraprese, lascio a te giudicare…
La “cosa” che riporto qui è… l’articolo 37 della nostra Costituzione che recita:
“la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parita’ di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”.
E di cosa stiamo parlando allora?
Tu cosa ne pensi?
Che idea ti sei fatto/a della vicenda?
Come andrà a finire?