Il tramonto dell’impero USA, una verità mal digerita da Alan Friedman

Rubrica di "rilettura" dei giornali mainstream a cura di Gaetano Riggio

Rubrica di “rilettura” dei giornali mainstream a cura di Gaetano Riggio


Nell’articolo “Il tramonto dell’impero USA porterà al disordine mondiale”, apparso su “Il Giornale” del 21 ottobre 2024, A. Friedman mostra di essere d’accordo con i nemici degli USA almeno su un punto: l’impero a stelle e strisce è al tramonto:
“Siamo entrati, dunque, nella fase finale dell’impero americano. È vero, è una realtà. E a chi ha la sensazione che sia un’affermazione esagerata possiamo ribattere che l’impero americano non è ancora al capolinea, il sipario non è ancora sceso, ma di certo sembra che si stia avviando alle battute finali. L’America è ancora forte e continuerà a essere la potenza predominante a livello globale per altri due o tre decenni almeno. Ma l’orizzonte della storia si intravede già.”
Colpa, anche, di scelte sconsiderate, come la guerra commerciale contro la Cina: “il faccia a faccia con la Cina è ormai un caposaldo bipartisan della politica americana. Ed è improbabile che porti buoni frutti per gli Stati Uniti”, e l’appoggio incondizionato ad Israele: “L’incapacità di Biden di tenere sotto controllo Netanyahu in Israele verrà ricordata anche come un segno di debolezza dell’America e una causa del notevole aumento dell’odio anti-americano in tutto il mondo arabo, e non solo.”
Ma Friedman non riesce a tenere a bada né il suo odio per Trump (una volta, ha chiamato la moglie, ancora first lady d’America, con l’epiteto di escort, durante una diretta su RAI UNO), tanto da attribuirgli colpe esagerate e inverosimili (come se il declino degli USA e il connesso disordine mondiale ricadessero quasi completamente su di lui), né la sua fede dogmatica nella superiorità dell’Occidente sul Resto del mondo.

In primo luogo, interpreta il tramonto degli USA come rinuncia, abdicazione, e non come conseguenza di profondi cambiamenti strutturali, e di nuovi equilibri livello mondiale:
“L’America si tira indietro e rinuncia alla sua posizione di leadership”, “Gli Stati Uniti hanno abdicato al ruolo di custodi della pax globale”, non considerando il dato che sono i rapporti di forza tra gli Stati Uniti (con gli Stati satelliti) e il Resto del mondo ad essere cambiati in modo significativo negli ultimi decenni. (Si vedano statistiche, dati economici generali, saggistica politica e storiografica.)
Atteggiamento infantile di chi non vuole guardare in faccia la realtà, e rimprovera la squadra del cuore, perché non si starebbe impegnando abbastanza, e non crederebbe più nella possibilità della vittoria!
In secondo luogo, attribuisce la crisi del multilateralismo, e il collasso del vecchio sistema basato sulle regole (insomma, il nuovo disordine mondiale), a scelte sbagliate di Trump e al ritiro degli USA dalla scena del mondo, e non anche all’eccesso di unilateralismo occidentale:

“Possiamo vedere con i nostri occhi lo viviamo sulla nostra pelle cosa succede quando l’America si tira indietro e rinuncia alla sua posizione di leadership, o si richiude nell’isolazionismo, o si fa distrarre dalle divisioni interne. Il vuoto di potere viene presto riempito, e non mancano di certo gli sciacalli pronti ad abbrancare un pezzetto dell’impero.”
Tesi che ha dell’incredibile, che vola ad occhi chiusi sopra più di trenta anni di unipolarismo americano, trascorsi in un susseguirsi di guerre preventive o per il trionfo della democrazia, nessuna delle quali ha però conseguito l’obiettivo che si era proposto: tutte guerre unilaterali, fatte a prescindere dal multipolarismo e nel disprezzo delle regole!
“Rinuncia alla posizione di leadership” da parte degli USA, quando? Oltre alle guerre già citate, dove mettiamo l’espansione della NATO verso Est (causa della guerra russo – ucraina), i cambiamenti di regime promossi dalla CIA, le centinaia di basi americane sparse per il mondo?

L’angoscia per un mondo orfano della leadership americana induce Friedman a proiettare nel passato quello che egli paventa per il futuro: l’accasciarsi del padrone buono nella sua vecchiezza, che toglierà ogni inibizione alle bestie feroci che egli aveva finora tenuto a bada. Così non s’accorge che l’attuale disordine mondiale è una conseguenza del dissennato attivismo americano, e non del suo chiudersi in sé stesso!
Ora l’ultimo punto, sintomatico del razzismo occidentale, a cui il Resto del mondo ha ormai deciso di reagire: senza il buon pastore bianco, il mondo sarà incapace di darsi un ordine, e ne approfitteranno “gli sciacalli”:
“Il vuoto di potere viene presto riempito, e non mancano di certo gli sciacalli pronti ad abbrancare un pezzetto dell’impero. Il problema è che a dividersi le spoglie della pax americana nel prossimo decennio sarà con tutta probabilità una masnada di criminali, canaglie e dittatori. Nel Nuovo Disordine Mondiale non è detto che trionfi sempre il bene. A volte vinceranno i cattivi. I buoni potrebbero ritrovarsi in minoranza.
Ecco il giudizio di Friedman sul Resto del mondo: “masnada di criminali, canaglie e dittatori”. Non c’è da meravigliarsi che Resto del mondo appoggi Putin, e stia con la Palestina contro Israele!

Gaetano Riggio


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Carletto Romeo