Carletto Romeo
Novel Food: i nuovi cibi europei
Novel Food: che cosa è? E che cosa dobbiamo attenderci nel prossimo futuro dalla commissione europea
Per l’Unione Europea (UE), il termine Novel Food si riferisce a alimenti non ampiamente diffusi prima del 15 maggio 1997, data di promulgazione della prima normativa sui cibi innovativi. Il concetto di Novel Food abbraccia sia prodotti alimentari appena sviluppati, che articoli alimentari generati attraverso tecnologie e processi di produzione innovativi per soddisfare le esigenze di sostenibilità e salute dei consumatori. Inoltre, comprende cibi tradizionali consumati al di fuori dell’UE.
Esempi di Novel Food includono nuovi composti, come le nuove fonti di vitamina K, o estratti da alimenti esistenti, come l’olio di krill antartico ricco di omega 3. Tra gli esempi rientrano anche prodotti agricoli provenienti da paesi al di fuori dell’UE, come i semi di chia e il succo di frutta del Noni, oltre a alimenti ottenuti mediante metodologie di produzione innovative. Ad esempio, il trattamento con raggi UV di pane e latte per incrementare la produzione di vitamina D e prolungare la conservazione. Nell’UE, i Novel Food devono sempre garantire la sicurezza per i consumatori, presentare un’adeguata etichettatura e, se destinati a sostituire un altro alimento, non devono comportare svantaggi nutrizionali rispetto al cibo che stanno sostituendo (CE, 2023).
STAMPANTE 3D
Una stampante 3D è un dispositivo che crea oggetti tridimensionali secondo un processo additivo automatizzato. Nel caso delle tecnologie alimentari, il materiale viscoso (che può essere di basi diverse come impasti, grassi, emulsioni proteiche, ecc) viene depositato uno strato sopra l’altro fino a ottenere il prodotto finale che arriverà nel piatto. Oggi ci sono diversi dispositivi per la stampa alimentare sul mercato che consentono di ottenere cibi dalle forme originali, risparmiando sugli scarti della materia prima e aumentando la sostenibilità della filiera alimentare.
ALIMENTI VEGETALI
Questi alimenti sono generalmente prodotti che simulano le caratteristiche sensoriali di noti alimenti di origine animale come formaggi, latte, hamburger, ma utilizzando esclusivamente basi di origine vegetale come proteine degli anacardi (es. “formaggio” di anacardi), proteine di mandorla (es. “latte” o bevanda vegetale a base di piselli) e crema di cocco (es. “formaggio” di cocco), oppure proteine provenienti da legumi e/o verdure varie (es. hamburger di lenticchie, quinoa o barbabietola).
FRUTTI STRANI
Questi prodotti sono generalmente frutti non geneticamente modificati (non OGM). Sono varietà rare presenti in luoghi isolati del mondo, oppure varietà ottenute dalla selezione e dall’incrocio di varietà comuni nel corso di lunghi periodi di tempo. Oltre alla diversa colorazione, possono presentare caratteristiche nutrizionali migliorate come un aumento di antiossidanti (antociani di colore rosso della polpa) e carotenoidi (colore giallo del kiwi gold e nell’anguria gialla).
BEVANDE VEGETALI
Pensa alle bevande vegetali fermentate con diversi microrganismi come il Kombucha (tè fermentato) o il Tepache (succo fermentato)
Queste bevande sono tè o succhi di frutta naturali (es: ananas) a cui vengono aggiunti batteri benefici presenti in diverse fonti come il latte, le verdure o anche l’ambiente. Il risultato è una bevanda probiotica con nuovi sapori grazie alla fermentazione.
FARINA DI INSETTI
Pensa ad un prodotto che contiene farina di insetti (es: pasta, biscotti o pane con farina di grilli o di larve) quanto ti piace (o pensi ti possa piacere) questo prodotto?
Questi prodotti, generalmente autorizzati e certificati dalla UE per il consumo umano, sono a base di farina di frumento o di altri cereali e con solo una percentuale di farina di insetti che può variare tra il 5 e il 20%. Gli insetti utilizzati sono generalmente grilli Acheta Domesticus (grillo giallo comune di 12-20 mm) oppure larve di Tenebrio Molitor (larve gialle della farina) parzialmente sgrassati, essiccati e macinati finemente. Le farine di insetti possono contenere dal 50% all’80% di proteine, valore superiore rispetto a quello della carne bovina, suina e avicola, e sono anche molto più digeribili.
PRODOTTI A BASE DI ALGHE
Questi prodotti sono generalmente realizzati con alghe commestibili non geneticamente modificate. Le alghe provengono da ambienti marini e costieri e sono raccolte o coltivate in modo sostenibile. Esempi comuni includono pasta con spirulina, barrette energetiche con chlorella e snack a base di nori (l’alga tradizionalmente utilizzata per il sushi). Oltre al loro aspetto inusuale e alla vasta gamma di colori, i prodotti a base di alghe offrono notevoli vantaggi nutrizionali, come un alto contenuto di proteine, minerali e vitamine (ad esempio, iodio e vitamina B12). Possono anche contenere antiossidanti e acidi grassi omega-3, che contribuiscono a una dieta equilibrata.
CARNE COLTIVATA
Pensa a prodotti a base di carne coltivata (es. carne sintetica prodotta in laboratorio), quanto ti piacciono o pensi ti possano piacere?
La produzione di carne coltivata in laboratorio inizia estraendo cellule staminali o cellule satellite specializzate trovate nel tessuto muscolare di animali adulti viventi o da embrioni (es. manzo, maiale, pollo e pesce), senza la necessità di macellare gli animali. Le cellule estratte vengono fatte proliferare in un bioreattore, simulando il processo naturale che avviene nel corpo di un animale, e successivamente lavorate per formare le fibre muscolari. Questa tecnologia ha il vantaggio di ridurre l’impatto ambientale associato all’allevamento intensivo, diminuire l’uso di risorse idriche e terreni, e di evitare lo sfruttamento animale. Ne eri al corrente?
Per il novel food o, meglio, per i “pensatori” e gli ideatori di tale progetto, le priorità dovrebbero essere le seguenti:
AMBIENTALE: capacità di tutelare l’ecosistema e rinnovare le risorse naturali.
ECONOMICA: capacità di un sistema economico di produrre reddito e lavoro in maniera duratura.
SOCIO-CULTURALE: capacità di garantire il benessere e i diritti umani equamente, tutelando il territorio e il patrimonio culturale.
Sei d’accordo?
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