Carletto Romeo
Convegno “800 Giorni”
Locri (RC): Si è svolto stamane, con una folta cornice di pubblico, il Convegno culturale “800 giorni” La Legalità nella Locride
Un lunedi mattina anomalo per il Cinema Vittoria Locri, pieno in ogni ordine di posti in occasione della proiezione del film “800 giorni”, del regista Dennis Dellai, e del ricco dibattito svoltosi in seguito.
Ad iniziare i lavori Domenico Musolino, ideatore ed ispiratore del convegno, primo a salire sul palco del Vittoria, a fare gli onori di casa “Locride” nei confronti degli ospiti veneti protagonisti del film, il regista Dennis Dellai e l’attrice Marta Dal Santo.
Il film è liberamente tratto dalla storia tragica, ma a lieto fine, di Carlo Celadon, 18enne sequestrato nella sua Vicenza e tenuto prigioniero in Aspromonte per 831 giorni, prima di essere liberato.
La premessa è d’obbligo, in quanto trattasi di una storia romanzata con ovvie differenze sul reale svolgimento dei fatti, come da precisa richiesta della famiglia Celadon e di Carlo in particolare.
Dellai ha tenuto a precisarlo, ribadendo l’intento del suo film: non una cronaca dei fatti, ma la restituzione alla memoria di ciò che è stato, come monito perché non accada mai più!
Inizia così il film “800 giorni”, con una Sala Blu sold-out ed una grande presenza di studenti locridei.
Dopo circa 2 ore di proiezione e il “liberatorio” e commovente applauso finale, ecco iniziare il dibattito condotto dal giornalista Rai Pietro Melia, con la presenza costante di Domenico Musolino, intento a chiamare sul palco i tantissimi ospiti presenti.
Saluti istituzionali affidati all’Assessore Ornella Monteleone, in rappresentanza del Comune di Locri, la quale ha voluto sottolineare l’importanza di tali eventi per ricordare e per costruire un ponte tra la Locride e il Veneto, per un futuro migliore ed una unità di valori.
Pietro Melia, autore tra l’altro di un libro su un altro sequestro di quegli anni, quello del sidernese Tobia Matarazzi, ci ricorda per un attimo l’atmosfera della sera della liberazione di Celadon, 4 maggio 1990, menzionando anche le foto ufficiali del tempo, ad opera di un giovanissimo Gigi Romano, presente oggi con alcuni suoi scatti:
E con questo video tratto dal suo profilo facebook:
A prendere quindi la parola è il Magistrato Domenico Ielasi, il quale molto candidamente denuncia la mancanza di collegamento, quindi di collaborazione, ai tempi del sequestro, tra la Procura di Locri e quella di Vicenza, titolare effettiva dell’inchiesta.
Dopo di lui è la volta del Magistrato Carlo Macrì, Procuratore di Locri al tempo, il quale conferma come effettivamente, sia lui che il collega Ezio Arcadi, non abbiano avuto modo di collaborare con la Procura di Vicenza, nessuna richiesta pervenuta e nessun contatto.
Tutti i Magistrati, fin qui punzecchiati dall’ottimo Melia, esprimono una personale opinione sull’atteggiamento delle Istituzioni ai tempi dei sequestri, in particolare sull’effettiva valenza della Legge sul blocco dei beni e dei conti dei familiari dei sequestrati.
Arriva il momento di sentire anche la voce di un sequestrato. È il sidernese Alfredo Antico, che in maniera molto lucida ci racconta come a lui sia andata molto meglio: “solo” due mesi di prigionia ed un trattamento “quasi umano”. Paradossalmente ci dice che il “dopo” è stato una liberazione doppia, non solo fisica ma anche mentale, come se “avesse già dato” e quindi si sentisse “libero” da ansie e patemi d’animo sui potenziali rischi di un sequestro, all’ordine del giorno in quegli anni.
Alla domanda se queste operazioni di “memoria” possano servire oggi, Alfredo risponde con un categorico NO: “se si volesse intervenire, si potrebbe operare un controllo preciso e capillare su soggetti “particolari” e riconoscibili, ma ciò non si vuole perché fa comodo a qualcuno“. Parole sante!
A rincarare la dose ci pensa Salvatore Larocca, responsabile sindacale Filt Cgil: “una vergogna non aver fatto uscire il film finora in Calabria. Una sorta di onta per tutti noi calabresi, per tutti coloro che qui vivono e vogliono restare.”
Conclude gli interventi Carmela Neri, Presidente Ordine Avvocati Locri, richiamando alla responsabilità di tutti nell’educare alla Legalità e ricordando l’atmosfera davvero pesante di quel periodo, impossibile da dimenticare per chi come lei lo ha vissuto, come ogni calabrese “per bene” del resto.
Infine arriva il doveroso ricordo, da parte di Domenico Musolino, degli altri sequestrati del nostro comprensorio: Giovanni Furci, presente in sala, Alfredino Battaglia, non più tra noi, il Prof. Martelli, ora 90enne, ricordato per essere stato addirittura “interrato” durante la sua prigionia, il florovivaista Vincenzo Medici, purtroppo non più tornato a casa.
Un convegno fortemente voluto da Domenico Musolino, davvero encomiabile per l’impegno profuso, e condotto da Pietro Melia, il quale ha toccato con precisione, punti salienti e delicati nonché tematiche storiche e attuali.
Ricordare tutti i sequestrati serve, tutti quelli che non hanno fatto ritorno a casa e tutti quelli più fortunati.
La storia insegna sempre e oggi la Locride deve guardare al futuro con ottimismo e speranza!
Ma la guardia deve restare alta!
Sempre!
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