Sono 3 i giornalisti uccisi oggi nella Striscia di Gaza, nei vari raid compiuti dall’esercito israeliano.

Hamza Wael Dahdouh, figlio del capo di Al Jazeera, Wael al Dahdouh, che ha già perso gran parte della sua famiglia nei bombardamenti, e Moustafa Thuraya, morti mentre si spostavano in macchina per coprire un servizio giornalistico a Rafah, Ali Salem Abu Ajwa, un fotoreporter, morto in un attacco aereo sulla città di Gaza.

Diramato un comunicato in cui il governo di Gaza sollecita “i sindacati della stampa e dei media, gli enti legali e le organizzazioni per i diritti umani a condannare questo crimine e a denunciare la sua reiterazione da parte dell’occupante”.

Secondo Hamas, Israele ha ucciso di proposito i giornalisti per “terrorizzare” tutta la categoria e indurli a non fornire più notizie da Gaza.

Dall’inizio delle ostilità, in soli tre mesi, i morti tra i giornalisti impegnati sono saliti a quota 80, un numero incredibile e sul quale pare che anche la categoria stessa, quella mainstream occidentale, taccia colpevolmente.

Al Jazeera, in una nota, ha condannato l’attacco: “Israele viola i principi della libertà di stampa”, denunciando inoltre che “l’auto dei giornalisti è stata presa di mira”.

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