Al quesito posto nell’articolo su Toro Seduto, il prof. Gaetano Riggio risponde così.
La brutale verità è che la colonizzazione europea del Nuovo Mondo è stata un flusso impetuoso, sostenuto dall’ipertrofia demografica (nonché dalla superiorità dei mezzi e delle risorse), che espandendosi ha spazzato via senza pietà ogni intralcio umano (in questo caso, i nativi americani), che ostacolasse in qualche modo il desiderio famelico di nuovi spazi, senza compromissioni di alcun genere con gli autoctoni. I patti e i trattati, che i presidenti degli Stati Uniti hanno sistematicamente violato, erano solo mere pause, mere tregue tra una piena e l’altra. Per gli Stati Uniti non significavano nulla.
Ma tutto questo è storia, è attualità?
Dipende.
Nel 1968, è stato organizzato l’AIM, il movimento degli indiani americani, anche con tendenze irredentiste, e secessioniste, proprio negli anni in cui ben altre più consistenti minoranze, afroamericani, innanzitutto, avevano intrapreso un’efficace lotta organizzata per la conquista dei diritti. Ma la loro forza è nanometrica, rispetto al resto della società americana, e le loro rivendicazioni hanno debole risonanza, anche se almeno in parte sono riusciti a salvaguardare la loro cultura dalla dissoluzione completa. Il vero pericolo è che le culture autoctone dei nativi americani si riducano a musei viventi, a forme semifossilizzate. In tal caso lo sterminio degli indiani d’America passerebbe definitivamente alla Storia, uscendo dall’attualità per sempre.
Tra parentesi, i sionisti hanno fretta di fare diventare storia la questione palestinese. Il massacro deve diventare un fatto, sul quale urta impotente il giudizio morale della condanna. Si sforzano di accelerare questo passaggio.

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